Venerdì scorso, “Il Sole-24 Ore” dedicava un’intera pagina ai problemi della viabilità e della sicurezza stradale. Credo che se ne potesse ricavare un’idea su tutte: siamo rimasto un popolo rozzo, che sfoga sull’automobile molte frustrazioni (un po’ come i teppisti negli stadi) e quindi sulle strade mitizza ancora la velocità (quando col traffico e le strade che abbiamo, spesso è bene guidare con l’anima in pace) e pratica la prepotenza. Difetti amplificati dalla scarsa informazione sulle condizioni del traffico (si faceva magistralmente l’esempio del sito ministeriale, che riporta code e cantieri aggiornati a sei mesi fa!). Tutto verissimo e giustissimo. Ma temo che, se anche risolvessimo tutti questi problemi domattina, la sicurezza sulle nostre strade sarebbe ancora lontana dai livelli ottimali.
Infatti, a parte le pessime condizioni delle strade stesse, è necessario un pensiero anche ai guidatori non aggressivi: causano incidenti anche loro. Anche quando hanno un curriculum immacolato, che sfoggia una polizza Rc auto in classe uno da vent’anni. La prima cosa che viene in mente riguarda le frenate: tutti tendono a commettore l’errore di non premere il pedale a fondo nelle situazioni d’emergenza (per ulteriori dettagli, cliccate sul post del 15 marzo “Il limite giusto? Non esiste”), ma loro ancora di più e così corrono più rischi di tamponare altri veicoli o urtare ostacoli.
Ma la peculiarità più singolare dei guidatori tranquilli è un’altra: tendono a creare pericoli per chi sta loro dietro, ma non sono coinvolti negli urti. L’esempio classico che si può fare è quello degli svincoli: anche in chi li affronta piano, c’è una “non abitudine” a rispettare le strisce per terra, col risultato che quando si esce si occupa la corsia di marcia fino all’ultimo, quando ci s’immette si “conquista” quella corsia senza passare da quella di accelerazione. In entrambi i casi, che arriva da dietro è costretto a spostarsi a sinistra, magari senza freccia e tagliando la strada ad altri. E l’incidente è assicurato, per una concatenazione di eventi (leggete anche il prossimo articolo). La beffa è che spesso questo modo di percorrere gli svincoli è dovuto alla volontà di prendere le curve in modo dolce e (apparentemente) non pericoloso. E qui veniamo al punto: se a scuola guida s’insegnasse anche quali sono le traiettorie corrette in curva, tanta gente riuscirebbe a sfruttarle correttamente, guidando in modo più sicuro e andando persino un po’ più forte.
Quindi, diamo la regola generale per le traiettorie. Prima di imboccare una curva, rallentate e cercate di capire quanto è lunga e individuate un punto di poco successivo alla metà (il cosiddetto “punto di corda”). Poi entrate in curva il più larghi possibile (ovviamente muovendovi rigorosamente entro i limiti della corsia stessa) e rilasciate l’acceleratore: quello è il momento per stringere la traiettoria, puntando verso la corda. Una volta arrivati in quel punto, se lo avrete calcolato bene e se l’asfalto è asciutto e regolare, potrete accelerare praticamente quanto volete senza rischiare di uscire dalla corsia o addirittura dalla strada. Inoltre, essere veloci in questa fase di solito non è pericoloso nemmeno in relazione alla presenza di altri veicoli o di ostacoli sulla strada, perché oltre metà curva è quasu sempre possibile avere la visuale libera fino al rettilineo successivo, quindi si può dare gas senza temere pericoli occulti. Se vi concentrate a fare questo in ogni curva, scoprirete che gli altri, pur essendo più lenti a fine curva, tendono anche a uscire di strada. Nella pratica, spesso è davvero difficile calcolare il punto di corda, soprattutto quando una curva è lunga e non si conosce la strada (quindi non si sa dove possa finire); oppure quando il raggio di curvatura non è costante, per cui addirittura potrebbe convenire dividere la curva in due o più sezioni (ciascuna con rallentamento in entrata, punto di corda e –prudente- accelerazione finale), identificate come pezzi di curva dove il raggio resta costante. Vale in ogni caso la regola di entrare piano e tenersi larghi fin quando non si vede la fine: non farete la gioia dei puristi, ma difficilmente avrete problemi di sicurezza. Ovviamente, gli allenamenti fateli inizialmente con tanta prudenza: dovrete imparare a concentrarvi sulla traiettoria senza perdere l’attenzione su tutto il resto che potrebbe creare pericolo (presenza di incroci, di altri veicoli eccetera).
P.S. per gli amanti della velocità e i prepotenti: gli errori di traiettoria li fate anche voi, a velocità superiori rispetto agli altri. Per fortuna, non sempre il risultato è un’uscita di strada. La brutta figura, invece, è garantita: di solito, il “velocista” e il prepotente entrano in curva troppo forte, cosa che poi il costringe a frenare in uscita. Cioè proprio quando chi è bravo e prudente accelera e vi semina!