Cadute dallo scooter – Quando la colpa è del Comune che non toglie davvero le macchie d’olio

Una scia nera sull’asfalto, larga mezzo metro e lunga due chilometri. Sembra quella lasciata sulla traiettoria giusta di una pista dalle gomme delle auto da corsa. Ma non è tenera gomma che si attacca a terra per dare aderenza: è insidiosissimo olio. Perso chissà da chi il 21 novembre, sulla strada provinciale 34 Valgatara-Marano di Valpolicella, nel Veronese. Da allora è lì, lavata via solo in parte e molto gradualmente dalle piogge. Ma proprio con la pioggia diventa più insidiosa, come sa chi ha esperienza in pista ma non la stragrande maggioranza dei guidatori: si crea una patina scivolosa dovuta all’emulsione della sostanza oleosa nell’acqua. Per questo il problema è stato segnalato ai Carabinieri, ma senza esito.

Negli stessi giorni (17 novembre), a Genova, una macchia più concentrata è stata causata dalla rottura del serbatoio di un autobus urbano, nella discesa di via Oberto Cancelliere. Facendo ovviamente cadere più di uno scooterista. Anche in questo caso, ancora oggi sull’asfalto si vede qualcosa, a dimostrazione che l’aderenza non è ancora perfetta in questo punto già di per sé pericoloso a causa della pendenza.

In entrambi i casi, gli enti proprietari della strada sono intervenuti ad “asciugare” l’asfalto, con sabbia o segatura. A nessuno importa andare oltre, eliminare davvero ogni pericolo e salvaguardare l’ambiente (secondo voi, dove vanno a finire le sostanze oleose portate via dall’acqua piovana?).

Pare non importare neanche alle assicurazioni con le quali gli enti proprietari si coprono. Eppure, quando qualcuno (soprattutto motociclista) si fa male, sono loro che devono pagare. O forse è più comodo dire che l’infortunato ha una quota di responsabilità (per non aver visto un pericolo imprevedibile?) e così decurtargli proporzionalmente il risarcimento.

Tutto assurdo, tanto più che le soluzioni tecnologiche ci sono: aspiratori in grado di portare via “chirurgicamente” le sostanze oleose, senza diluirle con solventi. Ma perché in Italia non mi è mai capitato di vederne uno?

  • IlPrincipeBrutto |

    >> Ma perché in Italia non mi è mai capitato di vederne uno?
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    Forse perche’ le politiche di austerity imposte agli enti locali (e sappiamo tutti da dove arriva l’imposizione) non ne consentono l’acquisto.
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    Continuare a chiedersi demagogicamente perche’ non si fa questo e quello, senza mai approcciare manco da lontano la causa di questa situazione (l’artificiale scarsita’ di moneta venutasi a creare da quando si e’ rinunciato alla sovranita’ monetaria) e’ come minimo un esercizio di denuncia fatto a meta’.
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    Sicuri si diventa, Ride Safe.

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