La Consulta di Autostrade si riunisce poco e le sfuggono i guard-rail. Ma trova il tempo per “lanciare” il Tutor

Sembra solo uno sfogo, invece è una notizia illuminante. La dichiarazione di Elio Lannutti su “Panorama” in edicola da mercoledì scorso a proposito delle carenze sui guard-rail autostradali su cui le indagini sono arrivate a Firenze contiene un dato: se il presidente dell’Adusbef ricorda bene e dice il vero (e finora non è stato smentito), la Consulta per la sicurezza e la qualità del servizio costituita da Autostrade per l’Italia con associazioni di consumatori (tra cui l’Adusbef), Quattroruote, Isoradio e Asaps si è riunita appena sette volte in quattro anni. Un po’ meno rispetto alle sei riunioni annuali dichiarate (sul sito Aspi si parla di un incontro ogni due mesi circa). Di per sé, non sarebbe un gran problema: conta la qualità, non certo la quantità. Ma è proprio sulla qualità che i dubbi aumentano.

Infatti, pur nella limitatezza delle occasioni di riunione, si è trovato il tempo per sottoporre alla Consulta le linee guida sul buon utilizzo del Tutor, nelle quali tra l’altro si dice che non è sempre necessario mettere un portale tra uno svincolo e quello successivo: si possono saltare quelli nei quali “il traffico secondario derivante da immissioni/emissioni sia stimabile in quantità non superiore al 15%”. Insomma, se a uno svincolo non entra o esce più del 15% del traffico totale registrato sulla tratta in cui si trova lo svincolo stesso, si può anche non mettere un portale Tutor. All’apparenza è un dettaglio, ma è quello che ha consentito ad Autostrade per l’Italia di vincere l’appalto per i tutor dell’Anas (ribattezzati Vergilius, forse per problemi legati a brevetti, tanto che ci sono varie cause in corso, vecchie e nuove).

Infatti, sulla base di questo principio, per coprire con rilevatori di velocità media le tratte di strade statali messe a bando dall’Anas, Aspi ha offerto molti meno portali rispetto alla concorrenza, tenendo quindi un prezzo molto basso che poi ha consentito di vincere. E pazienza se il servizio è meno accurato rispetto a quello offerto dai concorrenti: anche la Consulta non ha battuto ciglio sulle linee guida che sdoganavano la questione dei 15% del traffico.

Non sarebbe stato più urgente occuparsi delle carenze dei guard-rail, visti gli esiti di tanti incidenti a partire dalla strage del bus sull’A16 (40 morti)? Non sarebbe opportuno che la Consulta se ne occupi almeno adesso?

Per adesso, è impossibile cercare risposte, nel silenzio della maggioranza dei suoi componenti. Così sorge spontanea un’altra domanda: quanto può essere indipendente un organismo che opera così e deve esprimersi sull’operato di quella stessa azienda che lo ha istituito?