Quante volte abbiamo scritto che le revisioni si fanno male? Così, appena dopo la tragedia del bus precipitato dal viadotto Acqualonga, i giornali hanno potuto sparare impunemente (e a sproposito, visto che hanno confuso tra i controlli sui mezzi leggeri e quelli sui pesanti) contro le revisioni e chi aveva interesse ad allontanare l'attenzione dalle magagne dell'autostrada ha avuto gioco fin troppo facile (sottraendo, peraltro, tempo prezioso alle indagini e temo che quel ritardo sarà determinante nel processo penale). Ma forse l'aria tra i titolari delle officine autorizzate ai controlli sta un po' cambiando. Sabato scorso a Genova, al convegno nazionale della Cna sulle revisioni, ho sentito gente dire che non vale più la pena fare revisioni superficiali o addirittura fasulle: il cliente dimenticherà subito il favore che gli si fa chiudendo un occhio su qualche magagna del mezzo, mentre chi si azzarda a rilasciare il tagliandino di avvenuta revisione su veicoli di cui a malapena ha letto la targa o che non sono nemmeno entrati nella sua officina dovrebbe essere scoperto subito con il nuovo sistema MctcNet2, che diventerà operativo gradualmente tra il 1° aprile 2014 e il 1° aprile 2015.
Senza contare che in sala si raccontava di casi concreti, in cui le forze dell'ordine sono intervenute con vere e proprie indagini, stanando chi rilascia tagliandini di revisione senza nemmeno far andare il veicolo in officina. E con MctcNet2 le indagini dovrebbero diventare ancora più facili. Inoltre, si rischia di venire chiamati in causa in caso d'incidente, anche se magari la revisione non c'entra nulla: lo si è visto nel caso di Acqualonga. Infine, la sensazione è che in molti centri revisioni gli inevitabili passaggi generazionali stiano consegnando la gestione in mano a giovani che hanno studiato più dei padri e per questo sono più consapevoli dei loro diritti e doveri (m'illudo?).
Abbiamo quindi speranze che si diffondano sul territorio anche esempi virtuosi sorti miracolosamente qua e là. Come a Gioia del Colle (Bari), dove i titolari dei centri revisione si sono messi d'accordo per passarsi la voce quando uno di loro boccia una vettura: gli altri centri, allertati dal collega, chiudono le porte al proprietario di quel veicolo, se questi si mette alla ricerca di un'officina più tollerante o addirittura compiacente. Se la ricerca viene avviata, vuol dire che altrove può dare frutti. A Gioia no e chi è proprio refrattario all'idea di far mettere a posto l'auto deve girare al largo. Magari troverà lo stesso qualcuno disposto ad "accontentarlo", ma dovrà farsi un po' di chilometri.
La diffusione di accordi come quello di Gioia, tutto sommato, renderebbe anche alle officine: di fatto, si costringerebbe tutti a far eseguire i lavori necessari, aumentando il giro d'affari dei riparatori. Certo, poi c'è il rischio che tutto degeneri in accordi di cartello per imporre anche lavori non necessari e farli pagare tanto, però a quel punto l'automobilista può sempre rivolgersi a un meccanico di sua fiducia e far effettuare la revisione alla Motorizzazione. In ogni caso, posto che nessuna soluzione è perfetta, meglio di un sistema fatto di controlli superficiali o addirittura falsi.
Anche perché gli accordi tra officine possono pure migliorare il servizio. Per esempio, a Gioia si concordano le ferie, per garantire la continuità del servizio (che – non dimentichiamolo – è pubblico).