Più che l'alcol fanno la stanchezza e la distrazione. Questo è il risultato di una ricerca della Volvo Trucks sugli incidenti in cui sono coinvolti mezzi pesanti in Europa. Il comunicato stampa che lo annuncia (Scarica Stanchezza studio di Volvo Trucks) non precisa quale sia il campione utilizzato per questa ricerca né quali siano state le modalità di rilevazione. Certo è che, se i risultati fossero confermati, dovrebbero essere riviste almeno in parte le strategie di controllo sull'autotrasporto, rafforzando la vigilanza sui cronotachigrafi e sulle imprese che mandano in giro autisti facendo loro sforare i limiti nei tempi di guida. I controlli antialcol, poi, dovrebbero essere indirizzati più a chi guida mezzi leggeri, visto che per gli autisti di quelli pesanti l'incidenza dell'ebbrezza tra le cause d'incidente pare essere limitata al 7% dei casi (contro un 25% dei leggeri).
Anche le politiche europee sui dispositivi obbligatori dovrebbero diventare più innovative, accelerando l'introduzione di dispositivi ancora più avanzati di quelli che ora sono considerati avanzati. La ricerca sta continuando in varie forme, tra cui il riporto sul volante dei principali comandi (come quello delle luci): il volante ha dei sensori che consentono di valutare quanto correttamente il conducente aziona questi comandi, il che è indice indiretto di stanchezza.
Sia come sia, sarebbe bello se un giorno ci fosse un ente europeo indipendente ed efficiente che fornisca statistiche approfondite. Servirebbero anche all'industria dei veicoli, che non sarebbe più costretta a farsi propri studi se vuole capire su quali tecnologie puntare di più in futuro.
C'è poi il problema di capire la reale incidenza delle droghe (delle quali non a caso la ricerca Volvo trucks non parla e che invece a volte sono utilizzate proprio per darsi forza nei lunghi viaggi): i controlli (anche quelli ospedalieri post-incidente) sono più difficili rispetto a quelli sull'alcol, perché più laboriosi e perchè ci sono sempre nuove sostanze stupefacenti.