Apparentemente è un allarme rientrato: il fenomeno delle gomme non omologate -spuntato a sorpresa negli anni scorsi con punte del 20% sui veicoli fermati dalla Stradale nell'operazione Pneumatici sotto controllo – quest'anno si è pressoché azzerato (in Puglia tra aprile e maggio gli agenti hanno trovato uno 0,6% sulle vetture immatricolate in Italia, nulla sui furgoni, uno 0,3% sulle motrici dei mezzi pesanti e un 2,5% sui rimorchi, a conferma che i camionisti tendono a risparmiare sugli assi posteriori). Ma è davvero una buona notizia?
Il fenomeno era nato per l'imperdonabile leggerezza degli ipermercati: come accaduto già altre volte nel campo di ricambi e accessori, si sono approvvigionati di pezzi senza curarsi che fossero legalmente utilizzabili. D'altra parte, la legge dà loro ragione: le parti non omologate non sono utilizzabili su strada, ma venderle non è vietato (alla faccia della tutela del consumatore!). Così molti hanno comprato a basso costo gomme cinesi di pessima qualità senza nemmeno sapere che non avrebbero potuto montarle e poi sono stati multati. Più o meno è cosi anche adesso, solo che nel frattempo i cinesi hanno omologato i loro prodotti. Quindi, le carte sono a posto, ma temo che i consumatori non ci abbiano guadagnato molto.
Per essere precisi, ci hanno guadagnato solo il fatto che non rischiano più una multa. Ma, dal punto di vista della sicurezza, siamo pressoché nella stessa situazione di prima: i requisiti di omologazione sono solo condizioni minime da rispettare e sono più bassi rispetto al livello medio che la concorrenza tra i migliori produttori occidentali ci garantisce da anni. Lo ha dimostrato un paio d'anni fa "Quattroruote", in una delle rare prove-qualità che la stampa specializzata propone. Si potrebbe obiettare che con le gomme cinesi il sacrificio in qualità viene ripagato in termini di risparmio, ma non è proprio così: si usurano più facilmente e quindi durano meno.
Negli ultimissimi anni, qualcosa sarà anche migliorato in Cina, ma di certo non in modo decisivo. Così non ci resta che sperare che i progressi dei cinesi continuino, in modo da garantirci un giorno maggiore libertà di scelta.