Trovo sempre interessanti gli articoli di Giovanni Ceccaroni, che su "Notiziario Motoristico" descrive il mondo di riparazioni e ricambi all'estero. Anche l'ultimo non ha deluso, anzi: mi ha fatto scoprire che in Gran Bretagna un terzo dei veicoli sottoposti e revisione non ha superato il test. E in Italia? Di fatto, non si sa: c'è l'abitudine diffusa di annullare la prova quando l'esito è negativo, invitando informalmente l'interessato a far eseguire le riparazioni necessarie e ripresentarsi. Quindi, il numero ufficiale dei bocciati risulta sempre irrisorio. In ogni caso, nessuno tra gli addetti al lavori contesta il fatto che la percentuale dei promossi sarebbe molto alta anche se si considerassero le bocciature effettive. Senza contare le vere e proprie truffe, che cominciai a denunciare con inchieste sul campo già nel '98 (all'epoca era più facile che le facessero fare) e sono state confermate da indagini giudiziarie: veicoli che risultano revisionati portandone in officina solo la carta di circolazione e tagliandini falsi o alterati.
Tutte cose di cui discuto nei convegni dal 2001 con i responsabili della Motorizzazione, che le sanno benissimo. E che da circa un lustro stanno lavorando al sistema che dovrebbe ridurre drasticamente gli abusi: MctcNet2 (Scarica MCTCNet 2 Genova 2007), una sorta di Grande Fratello atteso a regime entro due anni.
In pratica, ogni veicolo viene fotografato e la sua targa viene letta dal sistema, che la immette nella sua memoria, dove confluiscono anche i dati di tutte le operazioni di controllo fatte su quel mezzo. Tra i dati, viene registrato anche il momento di effettuazione del controllo, in modo da poter valutare se è coerente con la sequenza stabilita i tempi (minimo 20 minuti) normalmente necessari a completare una revisione e quindi evitare i test-lampo (anche due minuti e mezzo, cronometrai due volte) di chi promuove a raffica per fare soldi. Il sistema, immagazzinando tutti questi dati, potrà anche segnalare le anomalie, come per esempio quando un'officina con una sola linea di lavoro effettua ben 100 revisioni in un giorno. I tagliandini da apporre sulla carta di circolazione, poi, avranno un codice antifalsificazione per abbinarli al veicolo, per far scoprire falsi e alterazioni.
Funzionerà? Sulla carta sì: qualche disonesto appassionato di tecnologia potrà sempre inventarsi diavolerie per eludere i punti fermi che il sistema impone, ma oggettivamente non sembra facile. Nella pratica, occorrerà vedere come gli uffici della Motorizzazione useranno la gran mole di dati a loro disposizione per stangare i furbi. Non è solo una questione di volontà, ma anche di praticabilità delle sanzioni: ancora oggi di fatto c'è solo la revoca, che per molte irregolarità è troppo e quindi si finisce con il lasciar perdere. Da sempre si parla di cambiare le norma sulle sanzioni, ma il fatto che nel frattempo il Codice della strada sia stato rivoltato come un calzino senza che si riuscisse a toccare questa parte relativa alle revisioni mi lascia qualche dubbio sul fatto che davvero si voglia agire (anche se do atto che è un'operazione giuridicamente delicata).
C'è poi la questione dei tagliandini alterati, cioè originali che arrivano in mano a truffatori che vi aggiungono una data plausibile e la targa del cliente che stanno "servendo". Non mi risulta che ce ne siano tanti (sono state di più le operazioni di polizia su quelli totalmente falsi), ma per esempio una segnalazione mi è giunta questa primavera da Varese (vedremo dove approderanno le indagini e come il locale ufficio della Motorizzazione vi contribuirà). Il problema è che i tagliandini non sono "a rigoroso rendiconto" (come lo sono, per esempio, le targhe), cioè gli uffici della Motorizzazione, le officine private autorizzate e le agenzie di pratiche che li detengono legittimamente non devono annotare l'emissione di ciascuno di essi né il suo abbinamento con un veicolo e il suo intestatario. Quindi la tentazione di far sparire qualche esemplare e venderlo a chi ne fa usi truffaldini è forte, visto che è difficile essere scoperti. Con MctcNet2, il problema è teoricamente superato, perché ogni tagliandino diventa identificabile. Ma attenzione: per controllare se tutto coincide è necessario entrare nella banca dati della Motorizzazione, che una pattuglia su strada oggi riesce a fare solo tramite la centrale e nemmeno sempre (esistono kit di collegamento mobile, ma finora li ho visti solo nelle fiere specializzate).