I “benzacartelloni”: nati per farci risparmiare, finiti come la pubblicità abusiva

Li avete già visti? I cartelli che Autostrade per l’Italia (tra gli squilli di tromba dei telegiornali agostani, che li hanno ribattezzati “benzacartelloni”) ha cominciato a installare per segnalare il prezzo dei carburanti nelle aree di servizio vicine non sembrano molto d’aiuto per chi voglia pianificare il rifornimento per risparmiare un po’. Se ci siete già passati (per ora sono solo 10, tra Milano, Bologna, Firenze, Roma e Napoli), vi sarete accorti che contengono troppe informazioni per poter essere letti e capiti da una persona normale impegnata a guidare. Esattamente come i cartelli analoghi che da oltre un decennio ci sono sulle autostrade francesi.
Solo che da noi servono meno e sono ancora meno leggibili(eppure bastava solo copiare per evitare almeno di peggiorarli…).

In Italia i benzacartelloni servono meno perché, rispetto alla Francia, c’è meno concorrenza nella rete di distribuzione dei carburanti. Quindi le differenze di prezzo sono meno rilevanti.
Quanto alla leggibilità, alla quantità di cifre già di per sé eccessiva, abbiamo avuto la bella idea di aggiungere anche i loghi delle compagnie petrolifere, giusto per sovraccaricare ancor più il messaggio e fare un po’ di pubblicità gratuita ai petrolieri. E dire che la stessa Autostrade per l’Italia in questi anni si è spesso impegnata per combattere la pubblicità abusiva che prolifera intorno alla propria rete soprattutto al Nord e distrae non poco i conducenti (si veda il post sui cartelloni abbattuti in estate a Bologna, in questa stessa sezione del blog).
D’accordo, i “benzacartelloni” non sono un’iniziativa spontanea del principale gestore autostradale del Paese: sono previsti dalla “lenzuolata” primaverile sulle liberalizzazioni (legge 40/07) del ministro dello Sviluppo economico, Pier Luigi Bersani. Ma gli altri gestori non sono stati così solerti nell’applicarlo e di fatto (come spesso accade in Italia) non ci sono sanzioni per chi non provvede (questo spiega perché tanti obblighi sono disattesi, in qualunque campo).
Ora Autostrade per l’Italia ha in programma di estendere l’iniziativa a tutta la propria rete. Quindi anche a quei tratti dove di “benzacartelloni” sono inutili perché c’è un’area di servizio ogni 50 chilometri (in media ce n’è una ogni 30) e quindi c’è ben poco da scegliere). Speriamo che l’Anas non faccia altrettanto sulla Salerno-Reggio Calabria: anche qui le aree di servizio sono rare.
Alla fine, la cosa migliore per chi vuole risparmiare resta informarsi su internet prima di partire: è la stessa Autostrade per l’Italia a offrire un servizio di consultazione prezzi nelle aree di servizio di tutta la propria rete. Il link è http://www.autostrade.it/autostrade/servizi.do. Andateci, se dovete mettervi in viaggio.