Quando il sindaco decide di bloccare o limitare il traffico a causa dell'inquinamento, abbiamo sempre ritenuto che non ci volesse una segnaletica specifica: bastava l'annuncio dato attraverso i mezzi d'informazione, perché una legge del '78 (la stessa che istituì il Servizio sanitario nazionale) consentiva di pubblicizzare pressoché in qualsiasi modo le ordinanze urgenti. Ora però la Cassazione (sentenza 15769/09) afferma un principio diverso: chi abita lontano non è tenuto a seguire le cronache locali e quindi ha il "diritto di non sapere" che c'è il blocco. C'è di più: i giudici hanno precisato che le uniche regole che tutti i guidatori sono tenuti a conoscere sono quelle del Codice della strada. Che – sorpresa – non prevede che i messaggi scritti sui pannelli a messaggio variabile abbiano valore obbligatorio, per cui per imporre un divieto di circolazione in un centro abitato occorre piazzare segnali regolamentari in ogni strada di accesso. Cosa praticamente impossibile a Roma. Quindi, liberi tutti.O, meglio, tutti i forestieri. Anche se poi bisogna vedere che cosa di volta in volta un giudice può intendere per tale e va sempre precisato che le sentenze della Cassazione non sono vincolanti (si riferiscono più o meno strettamente al caso per il quale vengono emesse) e possono essere smentite da pronunce successive su casi analoghi.
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