Da qualche giorno Paoblog (http://paoblog.wordpress.com/) "vede rosso". Ce l'ha con un frequentatore di altri blog che ha il coraggio di difendere chi guida inviando sms. Per costui un bello spot realistico sui rischi di questo comportamento è solo una montatura, mentre il problema reale sarebbero le persone che si suicidano per aver preso una multa in questo Stato di polizia che si sarebbe instaurato sulle nostre strade. A me la prima cosa che viene da domandare è dove viva questa persona per sentirsi così sotto controllo. Paoblog invece replica segnalando il caso vero di una persona morta per colpa di un sms (http://www.corriere.it/cronache/09_novembre_30/sms-condanna-marchetti_a0d0cba8-dda2-11de-a61b-00144f02aabc.shtml), ma probabilmente non basta: chi ha certe idee forse le cambierebbe solo dopo tre ore di proiezione di foto di incidenti veri e di gente che per essi marcisce su una sedia a rotelle.
Il problema è che su una strada a ognuno di noi capita di vedere solo una minima parte degli incidenti che vi accadono e ciò ci autorizza a pensare che a noi non possa succedere di averne uno. Per invertire la tendenza, la Fondazione Ania ha contribuito a un libro che racchiude e stimola varie riflessioni sulla vita, il suo senso e la facilità con cui tutto può ribaltarsi da un momento all'altro (Scarica ALLARME INCIDENTI STRADALI QUASI IL 30% DELLE VITTIME SONO GIOVANIFONDAZIONE ANIA PRESENTA LA VITA E' UNA COSA MERAVIGLIOSA PER DISSUADERE DAI COMPORTAMENTI SCORRETTI ALLA GUIDA). Se ne deduce che proprio i più ottimisti sulla possibilità di sottrarsi agli incidenti (cioè i giovani) sono quelli che poi hanno i guai maggiori.