Se a Napoli non si assicurano nemmeno i vigilantes

Sembra uno dei tanti incidenti stradali quello che l'altro ieri sera ha fatto il 65esimo morto di quest'anno sulle strade della provincia di Napoli. Al massimo, ancora una volta, viene qualche dubbio sull'adeguatezza del guard-rail, visto che l'Alfa 156 guidava dalla vittima ha sbattuto contro la cuspide di uno svincolo, che pare non aver fatto una piega (dunque potrebbe non essere stata dotata di un adeguato sistema di contenimento dell'urto, proprio come accaduto una settimana fa nel disastroso incidente che ha fatto tre morti sull'A12 in Liguria, ma lì c'è l'attenuante che le barriere erano quelle provvisorie di un cantiere). Ma il punto più sintomatico di questo incidente è che la 156, pur essendo un'auto di servizio di un istituto di vigilanza, non era assicurata.


Certo, può essere stata una banale dimenticanza. Però siamo a Napoli, dove le polizze costano un occhio della testa e molti ci rinunciano, nonostante siano obbligatorie (e le rogne conseguenti). Tanto che l'anno scorso sono stati individuati persino un Comune una società di trasporto che faceva girare per l'Europa senza copertura i suoi sei pullman granturismo. Dunque, il sospetto è che persino l'impresa di vigilanza sia stata indotta a risparmiare esattamente come un normale automobilista, non curandosi della pericolosità intrinseca della sua attività.

A luglio la Giunta del neo-sindaco Luigi de Magistris (per iniziativa dell'assessore alle Attività produttive, Marco Esposito) ha approvato una delibera per studiare con le compagnie una speciale "formula Napoli onesta": sconti per i cittadini in regola con le tasse che non hanno commesso infrazioni stradali eclatanti. Dati i buchi delle banche dati, non sarà facilissimo applicarli. Ma bisogna andare assolutamente avanti su questa strada: l'incidente dell'altra sera lo conferma.