Ben venga il piano d'azione presentato giovedì a Bruxelles dalla Commissione Ue (dal suo estensore, il vicepresidente italiano Antonio Tajani) per aiutare l'industria dell'auto: se davvero andrà in porto e sarà finanziato, si distacca finalmente dagli incentivi statali messi in campo finora, perché prevede anche di riqualificare personale in modo che possa lavorare in altri settori. Quindi affronta anche il problema della sovrapproduzione, presente da vent'anni e rimasto spesso in ombra. Ma il piano dovrà essere usato anche per rendere più sicuri i veicoli ( Scarica ETSC_Cars_2020), visto che la crisi ha indotto industria e politica a tirare un po' i remi in barca ultimamente. Questo il senso del monito lanciato ieri dall'Etsc.
Bene, però la sensazione è che stavolta l'Etsc abbia alzato un po' troppo la posta. Almeno per gli standard italiani.
Infatti, buona parte del comunicato dell'Etsc batte sui sistemi intelligenti di regolazione della velocità (Isa). Sono sistemi che consentono al veicolo di "capire" da solo qual è il limite di velocità sul tratto che sta percorrendo e di adattarsi di conseguenza.
Immagino l'orrore che questa prospettiva. In ogni caso, per mettere su sistemi del genere, occorre che ogni Stato si faccia carico di censire tutti i limiti di velocità in vigore tratto per tratto e di crearne una mappa digitale completa (a parte i limiti legati a lavori in corso). Una bella impresa in Italia, dove spesso giacciono dimenticati segnali ormai incoerenti con com'è diventata una strada, tanto che la contraddizione è sempre dietro l'angolo. E dove da vent'anni non si riesce a fare il previsto Catasto nazionale delle strade…