Innanzitutto, come saranno fatte le valutazioni d'impatto sulla crescita? La storia degli ultimi 50 anni è piena di opere dichiarate irrinunciabili che poi si sono rivelate inutili o mal costruite. O, meglio, utili solo agli interessi di chi doveva costruirle e ha convinto la politica (con metodi non di rado finiti nelle cronache giudiziarie) che andavano fatte. In questo momento, si parla molto delle ferrovie: la Tav Torino-Lione, è solo la punta di un iceberg che comprende pure la nuova ferrovia del Brennero. Il principio-base è che spesso avrebbero potuto essere sostituite da più semplici e meno costosi adeguamenti delle strutture esistenti, come ha mostrato lunedì sera Presa Diretta, su Raitre. Si preferisce spendere di più perché per le nuove costruzioni ci sono disponibili soldi pubblici (spesso con la benedizione della Ue, come abbiamo visto), mentre per adeguare l'esistente gran parte dell'onere ricade sul gestore. E, quando il gestore è lo Stato, si tagliano i fondi per la manutenzione, come sta avvenendo per il nuovo contratto di servizio Rfi secondo la denuncia del M5S (Download Manutenzione tagli M5S).
Per le strade il problema si è posto meno. Ma abbiamo comunque fior di gallerie, vecchie e nuove. Poniamoci il problema della loro sicurezza, anche perché c'è una direttiva europea (ka 2004/54) che impone costosi adeguamenti. Le lunghe gallerie sono il tributo che paghiamo al fatto di avere un territorio prevalentemente montagnoso. Ma proprio per questo dovremmo avere gallerie in condizioni eccellenti e controllate con severità e frequenza. Perché una galleria è piena di impianti (pensate all'antincendio e alla ventilazione), che richiedono manutenzione costante; altrimenti, nel momento del bisogno, non funzionano.