Sono sempre le strade più trafficate quelle con più incidenti. Lo conferma l’edizione 2017 della aci-comunicato-stampa-localizzazione-2017, presentata stamattina. Ma non sono queste le strade più pericolose: col traffico intenso, ci sono soprattutto microtamponamenti. Ce ne sono sempre stati, ma ce ne sono sempre meno nonostante la distrazione da smartphone dilaghi: probabilmente fuori città, anche se su strade come queste le velocità sono spesso basse come nei centri abitati, la gente si fida di meno a chattare. Errore clamoroso, perché invece sulle strade urbane ci sono più insidie (pedoni, carico e scarico merci eccetera).
Stavolta in cima alla classifica dei sinistri in rapporto alla lunghezza della strada c’è il tratto urbano dell’A24 a Roma, seguito dal brevissimo raccordo tra la Romea e la tangenziale di Marghera e dal raccordo autostradale di Reggio Calabria. Poi ci sono i tre chilometri che portano dalla fine dell’A1 alla Tangenziale di Napoli, l’intero Raccordo anulare di Roma, la statale 36 Milano-Lecco, la diramazione della Carlo Felice vicino Cagliari, la Tangenziale Nord di Milano e quella di Torino. La prima autostrada “vera” in classifica è il tratto iniziale della Milano-Varese, che però di fatto ha il traffico di una tangenziale.
Rischiano molto di più ciclisti e motociclisti, soprattutto sugli itinerari turistici: il tratto ligure dell’Aurelia, la Gardesana Orientale, l’Orientale Sicula, la Sorrentina, la Tosco-Romagnola sull’Appennino forlivese, la Chiantigiana e la statale dei Trulli. Ovviamente non di rado i motociclisti le affrontano ad andature tutt’altro che turistiche. Quanto ai ciclisti, a volte eccedono anche loro, in discesa; oppure si mettono a rischio quando si muovono in gruppo affiancandosi oppure passando col rosso in scia ai loro compagni appena transitati.
Molti incidenti di ciclisti e motociclisti anche in vecchie statali ormai inglobate nel cemento degli agglomerati urbani, sul tratto pesarese e maceratese dell’Adriatica e su quello riminese della via Emilia.