“Le auto diesel sono pulite”. Stamattina l’Acea (l’associazione europea dei costruttori d’auto) ha ribadito questo concetto, già affermato con forza a giugno. Ma, a ben vedere, le cose non stanno proprio così. Cerchiamo di fare chiarezza: ne va delle scelte di acquisto di ciascuno di noi.
Il comunicato Acea di stamattina si riferisce alle vetture riomologate negli ultimi mesi (coi nuovi test su strada Rde ottenendo la qualifica Euro 6D-Temp o addirittura Euro 6D), con un’operazione fatta perlopiù alla chetichella, all’ombra delle riomologazioni con il ciclo Wltp (divenuto obbligatorio a settembre, dà diritto alla qualifica Euro 6C). Il Wltp (citato da tutti i commentatori come spiegazione dei cali di mercati di questi mesi, seguendo in pieno le spiegazioni dei costruttori, che sono ancora allergici a parlare di Rde) non c’entra nulla con quanto fa notare l’Acea, perché si riferisce alla misurazione della CO2, che è un gas che causa i cambiamenti climatici, e non alle emissioni inquinanti di NOx (ossidi d’azoto, al centro del dieselgate scoppiato tre anni fa). Per la riomologazione ai fini NOx, invece, c’è tempo fino a settembre dell’anno prossimo. Ma i costruttori hanno accelerato i tempi più del solito, senza strombazzarlo perché evidentemente hanno ancora ingenti scorte da smaltire.
Sul sole24ore.com pubblichiamo però una tabella delle riomologazioni aggiornata quotidianamente, utilissima per non cadere in tranelli: pensate che chi compra un diesel classificato Euro 6A, 6B o 6C (cioè di fatto un “fondo di magazzino”) a Milano rischia di incappare in restrizioni di circolazione già a ottobre 2025 invece che a ottobre 2028 (Euro 6A, 6B o 6C acquistate prima) o a ottobre 2030 (Euro 6D- Temp ed Euro 6D).
Quest’ultima riomologazione prevede un ciclo di prova su strada, mentre il Wltp resta ancorato alle prove di laboratorio (sia pure non velocità e accelerazioni superiori rispetto agli irrealistici test di omologazione che abbiamo avuto sinora e che sono all’origine dei trucchi messi alla luce dal dieselgate).
Il comunicato Acea di giugno, invece, era una risposta alla denuncia dell’Icct (organizzazione ambientalista no profit), che aveva condotto test su strada trovando come al solito una grossa discrepanza con quelli di laboratorio. In sostanza, a giugno l’Acea si era difesa senza avere ancora tante auto riomologate con l’Rde. Oggi, invece, ha ragione di difendersi: i modelli riomologati con l’Rde sono circa 270. Ma non può spiegarlo con chiarezza, altrimenti rischia che buona parte delle scorte resti nelle concessionarie o venga smaltita solo svendendola.