Spesso la si racconta facile: anni di ricerche e poi il progresso viene servito al cliente, che così vede migliorare la sua vita praticamente gratis. Ma poi bisogna vedere bene. E nell’auto non mancano gli esempi in cui emerge l’altra faccia della medaglia. È successo anche stamattina, alla presentazione dei risultati della consueta campagna Vacanze Sicure (i controlli primaverili della Polizia stradale sulle gomme perlopiù sulla grande viabilità di alcune regioni diverse di anno in anno, col supporto di Assogomma): il fatto nuovo che ne è emerso è che si cominciano a vedere pericolosi miscugli di pneumatici diversi sullo stesso veicolo.
In generale, le irregolarità sono più o meno le stesse degli anni scorsi e sono state trovate nel 20% del campione. È vero che questo dato comprende anche chi è stato semplicemente trovato a circolare con la revisione scaduta senza avere problemi veri alle gomme. Ma è altrettanto vero che siamo perlopiù sulla grande viabilità, dove alcuni che sanno di non avere il mezzo in ordine non si avventurano. E che la percentuale di gomme da considerare ormai lisce aumenta dappertutto rispetto alle precedenti rilevazioni effettuate negli anni scorsi nelle stesse zone. Dunque, già così c’è da preoccuparsi.vacanze-sicure-assogomma-dati-13-07-17_low
Tanto più se ricordiamo che le gomme sono l’unico punto che citiene attaccati all’asfalto. Un asfalto sempre peggiore, visto che la spesa per rifarlo è in calo costante nonostante gli annunci di piani manutenzioni Anas (evidentemente prevalgono le strade provinciali, dove gli enti gestori hanno sostanzialmente dichiarato fallimento) comunicato-stampa_luglio_definitivo
La particolarità che quest’anno è più evidente di prima è la presenza di gomme non omogenee sullo stesso mezzo. Per legge dovrebbero essere uguali tra loro quantomeno sullo stesso asse, la tecnica aggiunge che devono essere uguali tutte (ovviamente con l’unica eccezione della larghezza di quelle posteriori che su certi modelli di caratterizzazione sportiva può essere superiore, se la carta di circolazione lo prevede).
E invece c’è gente che gira persino con una gomma diversa dall’altra anche sullo stesso asse, perché evidentemente ha forato, non è andata troppo per il sottile pur di tornare subito in strada (non di rado dal gommista non si trovano pronte gomme di ricambio uguali alle proprie) e poi – per pigrizia o risparmio – non ripristina la situazione corretta.
Le cose si complicano ulteriormente quando ci sono di mezzo le gomme invernali (rese di fatto obbligatorie dal 15 novembre al 15 marzo in vaste aree d’Italia) o M+S (tuttiterreni senza caratteristiche prettamente da neve o ghiaccio, spesso offerte di serie sulle sempre più diffuse Suv): si arriva a vedere auto che le montano solo sulle ruote motrici, cosa che squilibra l’assetto fino a provocare vere e proprie sbandate sulla neve nel caso più comune, quello della trazione anteriore.
Al confronto con queste situazioni, anche un comportamento sbagliato (che la Stradale ha ritrovato puntuale anche quest’anno) come mantenere le gomme invernali anche in estate pare più “accettabile”: comporta “solo” un allungamento dello spazio di frenata, mediamente del 20% (che si aggiunge alla normale sensazione di gelatinosità della risposta ai comandi dello sterzo, mentre le conseguenze su usura e consumi di carburante sono da vedere caso per caso).
Alla fine, pensandoci bene, si scopre che tutti questi problemi nascono proprio dal progresso: per dare alle gomme quelle prestazioni che trent’anni fa non erano nemmeno immaginabili e per creare un mercato sempre più segmentato, si è scelto di spingere sulla specializzazione dei prodotti. Nulla da dire, se non fosse che poi nella pratica una quota non trascurabile di clienti o non se ne rende conto o non può adeguarsi. È così che nascono i miscugli pericolosi. Sta a noi evitarli.