Sul Fatto Quotidiano di oggi, il collega Daniele Martini si chiede quanto sia opportuno che l’Anas per superare l’immagine segnata da sprechi e crolli caratteristica della precedente gestione (targata Pietro Ciucci) spenda 170mila euro per il nuovo logo aziendale, nonostante i propositi di rigore più volte enunciati dall’attuale presidente, Gianni Vittorio Armani. Noi, più modestamente, ci chiediamo se all’immagine dell’Anas giovino situazione come quella che vedete qui sotto.
Siamo sulla SS 100 appena a sud di Gioia del Colle (Bari), in direzione Taranto. Fino all’anno scorso, qui finiva il tratto a doppia carreggiata. Poi il suo prolungamento per un paio di chilometri è stato aperto al traffico. Ma ancora oggi la segnaletica è la stessa che c’è da decenni, quando effettivamente lì finiva la superstrada e c’era un’immissione in curva.
Per questo, la segnaletica in questione ci impone di rallentare a 70 all’ora e ci preavvisa che dovremmo spostarci a sinistra, per consentire l’immissione ai veicoli che provengono dall’abitato del paese. Peccato che adesso, con l’ampliamento della strada, questi veicoli abbiano a disposizione una vera corsia di accelerazione.
Quanto altro tempo ci vorrà prima che la segnaletica venga adeguata alla situazione reale? Che idea si faranno gli utenti della strada della credibilità del suo gestore? E dire che proprio il principio di credibilità è uno di quelli che secondo gli esperti la segnaletica deve rispettare. Per ripristinarlo, non basta un nuovo logo aziendale.