I più smaliziati pensano che le sue linee originali la rendano poco utilizzabile in quello che dovrebbe essere uno dei suoi ambienti preferiti, cioè la città. Ciò non impedisce a tantissimi di pensare che la nuova piccola crossover Toyota, la C-Hr, sia una bella macchina. E men che meno impedisce a tanti di acquistarla, come dimostrano le statistiche di vendita che la vedono appena alle spalle di modelli di gran moda. Ma ora l’idillio dei primi mesi di commercializzazione rischia di svanire se non si troverà subito una soluzione a un problema che si sta diffondendo: la rottura del parabrezza, prevalentemente vicino agli angoli superiori. Il risultato è quello che vedete qui sotto.
Iniziano ad arrivare troppe segnalazioni per pensare che siano solo sfortunate coincidenze e le officine Toyota lo ammettono quando un cliente si presenta da loro con questo problema. E questo non è ancora il peggio: ad alcuni è capitato pure di sentirsi dire che per farsi cambiare (ovviamente in garanzia) i parabrezza bisogna attendere che il pezzo di ricambio sia disponibile. Segno che c’è stata una moria tale da far esaurire le scorte oppure che non è ancora disponibile un pezzo modificato che garantisca che il problema non si ripeta (o perché stanno ancora indagando sulle cause del difetto e trovando un rimedio o perché quest’ultimo deve ancora entrare in produzione o essere distribuito).
I problemi per la sicurezza sono due:
- la rottura si può manifestare anche in marcia con un rumore, per cui il guidatore si spaventa e rischia di perdere il controllo dell’auto;
- continuare a circolare con un parabrezza rotto crea un pericolo di visibilità, a causa dei riflessi che provoca (non a caso, chiunque si presenti alla revisione obbligatoria col vetro in condizioni del genere non supera il test, perlomeno se l’addetto al controllo applica le norme).
Dunque, ce n’è d’avanzo per preoccuparsi e lanciare l’allarme, in modo da cercare di prevenire il possibile spavento. Cerchiamo di farlo noi, visto che la Toyota non lo sta facendo.
C’è da essere certi che il costruttore giapponese si sta muovendo. Altrettanto certo è che quando si parla di queste cose non si vuole dire che il problema si manifesterà su tutti gli esemplari circolanti del modello a rischio subiranno la rottura del parabrezza: si vuole solo dire che ci sono lotti di prodotto potenzialmente difettosi e il primo lavoro del costruttore è quello di capire qual è l’inconveniente, in modo da poter stabilire quali esemplari sono stati fabbricati nelle condizioni che lo causano. Ma in casi del genere, proprio per prevenire gli spaventi, sarebbe meglio cominciare ad avvisare subito dell’esistenza del potenziale difetto, in attesa che vengano decise le modalità di effettuazione del richiamo.
Tanto più che:
- gli esemplari in circolazione sono ancora relativamente pochi (la C-Hr è un modello nuovo);
- la stessa Toyota l’anno scorso ha inviato una lettera ai proprietari di vetture da richiamare per la nota vicenda degli airbag Takata difettosi (che ha coinvolto varie marche di auto), per avvisarli del potenziale pericolo e pregarli di attendere che i pezzi modificati fossero distribuiti a tutta la rete di assistenza, preannunciando che sarebbero stati ricontattati per prendere un appuntamento in officina quando i ricambi sarebbero stati disponibili.
Il fatto è che nessuno può imporre a un costruttore di diffondere avvisi preventivi di questo tipo: le norme europee sulla sicurezza generale dei prodotti non si spingono a tanto. Senza contare che normalmente le autorità nazionali di solito non si avvalgono di quel po’ di potere coercitivo che hanno e lasciano alle case automobilistiche la valutazione sul da farsi. In Italia lo stabiliva già l’accordo del novembre 2000 tra costruttori e Motorizzazione. L’accordo fu raggiunto quando le attuali norme europee non c’erano ancora (la direttiva è la n. 95 del 2001 e in Italia fu recepita nel 2004, dal Dlgs 172), ma nei fatti oggi la situazione non è migliore rispetto ad allora.