Oggi i ministri dei Trasporti degli Stati Ue hanno formalizzato l’impegno preso il 29 marzo a Malta per dimezzare, tra il 2020 e il 2030, i feriti gravi in incidenti stradali. L’Etsc, anche condivisibilmente, ha commentato che per arrivarci occorre innanzitutto imporre alle case automobilistiche di adottare di serie i nuovi dispositivi di assistenza alla guida, visto che negli ultimi anni la tecnologia è molto progredita e invece gli obblighi sono fermi al 2009. Ma in Italia bisognerebbe prima fare un’altra cosa: rimediare a una vergogna nazionale, facendo partire ovunque il 112 come numero telefonico unico per le emergenze e, nei pochi posti in cui è già partito, migliorarne l’organizzazione.
Che c’entra il Nue (la cui mancata adozione storicamente ci è costata un sacco di soldi in procedure d’infrazione Ue) col dimezzamento dei feriti gravi? Si sa che a determinare l’esito di un incidente concorre molto anche l’organizzazione dei soccorsi. Così, se l’ambulanza o l’elicottero arrivano presto e sono ben attrezzati, i morti possono diventare feriti gravi e i feriti gravi possono avere più speranze di non restare con postumi invalidanti permanenti.