Arriva il caldo e, puntuale, amici e conoscenti mi chiedono: ma è proprio obbligatorio prendersi la briga di rimettere le gomme estive, cosa che avremmo dovuto fare già un mese fa ma è tanto scomoda e si sommerebbe alla scomodità di rimettere le invernali in autunno? A prescindere dalla risposta (cioè che in molti casi non è obbligatorio per legge, ma necessario per ragioni di sicurezza e usura), la domanda è molto significativa: testimonia dell’atteggiamento di molti, che fanno le cose solo per evitare multe. Un approccio diffuso, che con le ordinanze invernali su gomme termiche o catene obbligatorie sta toccando vette importanti. Che dimostrano come un’imposizione pura e semplice non possa bastare a risolvere problemi culturali. E che riguardano anche le catene.
Infatti, specie nelle zone in cui non nevica molto o comunque le temperature medie non sono così basse, la trovata è questa: compro un paio di catene da pochissime decine di euro, le metto nel bagagliaio e così, se mi ferma una pattuglia, gliele mostro. Pazienza se poi sono del tipo più complicato da montare (che non imparerò mai a montare, perché mica sono tanto fesso e ossessivo da fare le prove a casa) e se con quel prezzo posso sospettare che la qualità del metallo non sia tra le migliori.
Il sospetto viene già guardando il prezzo, per un principio che vale per ogni tipo di acquisto: diffidate di chi fa offerte non in linea col mercato. Ma qui si aggiungono le voci che girano nell’ambiente: tra queste catene low cost, ce ne sarebbero alcune che sono state omologate barando. Cioè portando al test un prototipo “buono”, per poi usare nella normale produzione metalli più scadenti. Concettualmente, è la stessa cosa del dieselgate.
Per questo dopo l’estate Assocatene (l’associazione che raggruppa i principali fabbricanti) farà svolgere a un ente terzo una serie di prove di laboratorio (quelle previste dalle normative tecniche internazionali) su catene acquistate in incognito in normali punti vendita. Niente test su strada, che si prestano a mille interpretazioni. Naturalmente saranno esaminati modelli anche di fabbricanti iscritti all’associazione.
Che cosa si farà se una catena si romperà durante il test? Si farà un supplemento d’indagine, prendendo altrove ulteriori esemplari dello stesso modello, per capire se è stato solo un caso sfortunato o il problema è più diffuso. In questa ipotesi, la cosa verrà segnalata, affinché il prodotto venga ritirato. Vedremo…