Il primo “assalto” era andato a vuoto, il secondo ha qualche possibilità di riuscire: nella giostra degli emendamenti alla manovrina finanziaria di primavera, riappare un allentamento delle regole (già non troppo rispettate) sull’uso dei proventi delle multe per mettere in sicurezza le strade. Dopo che dalla bozza del decreto legge che contiene la manovrina (il Dl 50/2017) era stato tolto all’ultimo momento il via libera per le Province a utilizzare per pagare gli stipendi e gli altri costi delle loro polizie, sembrava che almeno l’obbligo di spendere in manutenzione e miglioramento delle strade fosse salvo. E invece alla Camera, in commissione Bilancio, sono arrivati quattro emendamenti di segno contrario. Uno di loro ha anche passato un primo vaglio e ora risulta fra i “segnalati” all’Aula.
Parliamo dell’emendamento 21.09, presentato dal deputato Misiani, che se approvato definitivamente sospenderebbe a tempo indeterminato l’obbligo di destinare almeno un ottavo di tutti i proventi delle multe a “interventi di sostituzione, di ammodernamento, di potenziamento, di messa a norma e di manutenzione della segnaletica delle strade di proprietà dell’ente”. Parliamo delle strade regionali, provinciali e comunali, se capisco bene la complessa formulazione dell’emendamento, che sospende anche l’obbligo di impiegare almeno un altro ottavo dei proventi al potenziamento delle attività delle polizie locali.
Nota “di colore”: l’emendamento consiste nell’aggiungere al decreto un nuovo articolo, il 21-bis, che curiosamente è intitolato “Semplificazioni”. Allude evidentemente ai bilanci degli enti, ma nasconde l’ennesimo passo indietro sulla sicurezza stradale.