In origine fu il Segway. Ora c’è soprattutto l’hoverboard, più compatto e reperibile.
Ma la sostanza non cambia: in aree pubbliche dove circolano veicoli e/o pedoni non si possono usare. Per legge. Ai tanti che non ci credono ancora (magari perché ne hanno acquistato uno da un venditore che si è ben guardato dall’avvisarli, al limite della pratica commerciale scorretta prevista dal Codice del consumo), la settimana scorsa su Rainews24 ha risposto persino la Polizia stradale, nell’autorevole persona di Giandomenico Protospataro, il funzionario che da due decenni ne è il simbolo quando si tratta di interpretare il Codice della strada.
Rispetto ai tempi del solo Segway, cambia solo che la maggior diffusione raggiunta dove c’è l’hoverboard acuirà i problemi di convivenza appunto con veicoli e pedoni, oltre che con le bici che già sgusciano dappertutto ora che crisi ed ecologia hanno indotto molti italiani a riutilizzarle in massa. Più problemi di convivenza, più possibilità di incidenti. E, mentre i vigili normalmente si girano dall’altra parte, in caso d’incidente proprio non possono. E potrebbero addirittura confiscare il “veicolo”.
Fermo restando l’obbligo di risarcire di tasca propria (salvo essere assicurati con una polizza particolare, non essendo un caso da Rc auto normale, visto che non si tratta di un vero e proprio veicolo) la persona con cui c’è stata la collisione. L’unica cosa che si può sperare è riuscire a dimostrare che anche costui abbia una parte di colpa, in modo da diminuire proporzionalmente quanto gli spetta.