Dopo anni in cui sono stati tutti d’accordo nel dire che il limite minimo di legge di 1,6 millimetri per la profondità del battistrada delle gomme è insufficiente a garantire sicurezza, adesso la Michelin convoca i giornalisti per mostrare che si può anche circolare tranquillamente anche con 1,6. E i giornalisti danno conto dei vari test organizzati dalla Michelin e che dimostrano la tesi. Ma, a parte qualche opportuno inciso di Quattroruote che lambisce la questione, non si è ancora letto di nessuno che abbia fatto notare che questi sono solo test di frenata, anche sul bagnato.
Dove sta il problema? Sta nel fatto che il test più critico per la profondità del battistrada è quello dell’aquaplaning: occorre che le scanalature del battistrada abbiano abbastanza profondità per smaltire l’acqua che “catturano” dall’asfalto, altrimenti la gomma si mette a “galleggiare” impedendo qualsiasi tentativo di controllare il veicolo.
Sarebbe bello vedere anche i risultati di un test del genere, dunque.
Altrimenti, l’iniziativa della Michelin resta un modo per dire al pubblico che la qualità costruttiva delle migliori gomme consente anche di sfruttarle più a lungo rispetto a oggi (con risparmi per l’utente e minore sfruttamento dell’ambiente per la produzione), ma facendo attenzione sul bagnato. Tra l’altro, da quanto appare nei resoconti dei giornalisti che si sono peritati di dare le cifre, la differenza negli spazi di arresto tra le gomme nuove e quelle usurate non è certo drammatica, ma è comunque sensibile.