Sa molto di bega politica (faida Italia-Germania) l’apertura di una procedura d’infrazione Ue contro l’Italia per le emissioni di NOx di alcuni modelli Fca tra cui il cavallo di battaglia 500X (anche se poi precisando in quale versione il problema si ridimensiona). Ma resta il problema tecnico: parliamo, almeno in origine (poi c’è stato un richiamo volontario, a febbraio 2016), di un software che dopo 22 minuti “allenta” la guardia. Dicono serva per proteggere il motore ed è vero, ma pare strano che la sua attivazione fosse programmata guardacaso per due minuti dopo la fine di un eventuale test di omologazione. Dunque, un modo per eludere questi test, senza usare un vero e proprio trucco come ha fatto (e ammesso) il gruppo Volkswagen.
Ma queste sono cose che hanno gli anni contati: pian piano, entrerà in vigore un nuovo sistema di omologazione, più serio dell’attuale (non è che ci volesse molto per esserlo…). Probabilmente proprio per questo gli Stati membri con significativa presenza dell’industria dell’auto stanno facendo di tutto affinché la gestione di queste omologazioni non passi direttamente a un organismo sovranazionale, che sarebbe verosimilmente meno permeabile della autorità nazionali agli interessi di questo o quel costruttore.
In ogni caso, il nuovo quadro di regole porterà aumenti di costi e prezzi, tanto far entrare seriamente in gioco le ibride e da far sparire dai listini le medio-piccole a gasolio.
Come si colloca Fca in tutto questo? Domanda lecita, oggi che si apre una procedura d’infrazione contro l’Italia con al centro proprio questo gruppo. Finora da Fca è già filtrata la notizia del disimpegno dal motore 1.3 (anche se, curiosamente, in come è stata presentata non è stata messa in relazione a questo fenomeno). Ma la questione più delicata appare nel fatto che Fca non ha sistemi di propulsione alternativa a diesel e benzina che siano pronti per essere industrializzati a breve per produzioni di massa. Ha solo affinato il diesel, non a caso abbandonando il classico due litri su Alfa (tranne Giulietta) e Jeep (tranne Renegade) per passare a un 2,2 litri che dovrebbe essere meno critico sotto il profilo delle emissioni.