Grandi viali con limiti di velocità a 50 o addirittura 30 all’ora. E, almeno stando agli annunci del Comune, autovelox in agguato. Succede a Roma, soprattutto sulla Salaria e sulla Cristoforo Colombo, a causa del manto stradale a dir poco dissestato. Si andrà avanti così fino a giugno, quando dovrebbero essere completati i lavori di manutenzione dell’asfalto. Potete pensarla come volete, ma è la legge. O, più ancora, la giurisprudenza: secondo la stragrande parte delle sentenze su incidenti avvenuti in strade malmesse, quando c’è una situazione di pericolo e non ci sono i soldi per rimuoverla, il gestore della strada ha l’obbligo quantomeno di evidenziare i pericoli e prescrivere di abbassare la velocità.
Solo in questo modo il gestore può evitare pressoché ogni responsabilità su strade che non ha soldi o il tempo per mettere in sicurezza le strade di propria competenza. Il principio viene riconosciuto valido anche nelle pronunce che più spronano i gestori a utilizzare i fondi pubblici a disposizione dando priorità alla sicurezza stradale, come fece la Corte dei conti del Lazio nel 2011.
Quanto poi tutto questo serva alla sicurezza reale, è tutto da vedere.
Da una parte sembra ridicolo pensare di non poter superare i 30 km/h su viali ampi; perlomeno in orari di scarso traffico, quando ci sono più possibilità di evitare le buche. Per questo, saranno sempre in tanti a non adeguarsi al limite e sarà concreto il rischio che tamponino chi invece lo fa. Queste differenze sono inevitabili. Per esempio, c’è chi teme che l’autovelox possa trovarsi e castigarlo persino nel momento in cui pensa di schiacciare l’acceleratore e chi invece confida sempre e comunque di vederlo per tempo e rallentare; anche se – in tutta onestà – già fra le righe delle dichiarazioni dei dirigenti si capisce che di autovelox su queste strade dissestate se ne vedranno ben pochi. Poi c’è chi soffre le buche e rallenta e chi, magari favorito da un’auto con le sospensioni morbide, inizia a preoccuparsi solo davanti ad autentiche voragini.
Dall’altra parte, bisogna considerare che la strada è di tutti e arterie importanti come Salaria e Colombo lo sono ancora di più. Tra i tutti, ci sono i poveri utenti delle due ruote, costretti sempre alla massima prudenza per non rimetterci l’osso del collo. Il mondo visto da una bici e da una moto è molto diverso rispetto a quello che appare da un ovattato abitacolo.