Inammissibili. Perché formulati con errori tecnici o senza copertura finanziaria. O, addirittura, riguardano materie estranee alle finanze pubbliche. Sono queste le motivazioni con cui in Parlamento si fa strage di molti emendamenti presentati a quella che ora si chiama Legge di bilancio (ex Stabilità, ex Finanziaria). È successo anche a quello che restituita ai vigili urbani almeno una parte delle tutele che meritano per i rischi che corrono, tolte dal 2012. Ma qualcosa non torna.
Se la selettività è così alta, è difficile capire perché la Camera abbia approvato un emendamento scritto male come quello che consente alle aziende che hanno una flotta di veicoli di pagare il bollo auto in modo cumulativo.
Intendiamoci: semplificare almeno un po’ la babele del bollo auto è cosa sacrosanta e poter effettuare un versamento unico per coprire più veicoli è il meno che le istituzioni possano fare ora che l’informatica è teoricamente onnipotente. Ma come si fa ad approvare un testo in cui si parla genericamente di “flotte di auto e camion”, senza nemmeno fissare un numero minimo di mezzi perché si possa parlare di flotta e senza sapere che al mondo non esistono solo auto e camion?
Senza contare che tecnicamente questi mezzi si chiamano in altro modo: autovetture e autocarri, cui vanno aggiunti almeno gli autoveicoli ad uso speciale. Basterebbe dare un occhio a pochi articoli del Codice della strada. In caso di pigrizia acuta, magari potrebbe bastare anche il solo articolo 54.
E invece nulla. Ma quell’emendamento è passato così com’è. Speriamo li correggano al Senato. Altrimenti resterà inapplicabile o costringerà ministero dell’Economia e Regioni ad arrampicarsi sui vetri per darne un’interpretazione decente.