Correva l’anno 2009, la crisi era scoppiata da poco, l’industria americana dell’auto era sull’orlo del fallimento e in Italia i giornali cantavano le lodi della Fiat che si stava comprando la Chrysler: si scriveva che il marchio americano sarebbe stato risollevato dal know how italiano sui motori ecologici e “risparmiosi”, destinati alla ribalta perché anche gli americani – tra caro-petrolio e impegni di Obama contro l’inquinamento – li avrebbero finalmente apprezzati. Ora sono passati sette anni, gli Usa si sono ripresi, il petrolio è a buon mercato da un bel pezzo (anche se giusto ora potrebbe risalire) e la tecnologia italiana Multiair non è stata adottata massicciamente nemmeno dalla stessa Fiat. Non solo: gli americani hanno eletto Donald Trump, dichiaratamente ostile a restrizioni su consumi ed emissioni.
Temendo retromarce repentine, l’Epa (l’ente americano per la protezione dell’ambiente, quello da subito in prima linea sul Dieselgate) starebbe affrettando i tempi per fissare nuovi target di consumo. Per ora non ci sono conferme ufficiali, ma solo voci rilanciate ieri dall’agenzia Dow Jones Newswires. Ecco il lancio, in inglese: