Apparentemente è solo una notizia buona e poco significativa: una gomma Continental per vetture elettriche e ibride ha ottenuto la votazione massima sia per la (buona) aderenza sul bagnato sia per la (bassa) resistenza al rotolamentoLeggi la notizia. E invece è un risultato di rilievo, perché ormai le prestazioni delle gomme sono elevatissime, ma questo si ottiene a prezzo di un’enorme specializzazione. Quindi, c’è sempre meno spazio per compromessi: anche un colosso come Continental, abituato negli ultimi anni a vincere praticamente test comparativi con la concorrenza più agguerrita deve scegliere tra un’eccellenza e un’altra, sapendo di rinunciare a qualcosa.
È in questo contesto che si sono affermate le gomme invernali, che quindi non sono esenti da questo discorso. Anzi.
Probabilmente ne sono l’esempio più lampante, tanto che addirittura il libretto di uso e manutenzione dell’Alfa Romeo 4C, di fatto, sconsiglia l’uso di gomme invernali: invita a utilizzarle “solo in caso di fondo stradale innevato o ghiacciato”. Certo, parliamo di una vettura molto caratterizzata e specializzata. Considerando un uso su strada, l’assetto è esasperato e porta lo sterzo ad essere fin troppo reattivo, se è vero che più di un tester ha lamentato che è difficile tenerla dritta in rettilineo. Anche le dirette concorrenti sono più facili e riposanti su strada.
Ma, aldilà dell’esempio estremo della 4C, ora che esiste l’etichettatura europea delle gomme diventa facile capire il problema: guardando le etichette, si vede facilmente che le performance di frenata sul bagnato dichiarate per le gomme invernali sono sempre inferiori rispetto ai corrispondenti modelli di pneumatici “estivi”. Per esempio, le invernali di un marchio blasonato come Michelin non vanno oltre la categoria C, mentre le estive guadagnano la B o addirittura la A.
Così non sembra affatto casuale che il produttore finlandese Nokian, ovviamente specializzato in gomme invernali si sia fatto una propria etichettatura, diversa da quella europea. Attirandosi le ire della propria associazione europea di categoria.
E dire che la frenata sul bagnato è comunemente ritenuta un punto di forza delle invernali, dimenticando che ciò è vero solo se la temperatura va sotto i 7 gradi e che oltre i 15-20 le differenze si fanno molto pesanti.
Dunque, si conferma che le gomme invernali lasciate in uso in questi giorni d’estate (non sono poche) diventano pericolose, tranne che in alta montagna (dove le temperature ben difficilmente superano i 15 gradi). Ma si conferma pure che, col clima pazzo che ormai abbiamo non di rado, diventa consigliabile avere anche un paio di catene.
Prendete quest’anno: già il 10 marzo nella Pianura padana e sulle coste del Nord eravamo a 20 gradi. Poi siamo ripiombati sotto i 10, ma con un’alternanza caldo-freddo così ripetuta e repentina che diventa impossibile starle dietro con le gomme. Salvo avere tempo, soldi e voglia di sostituirli almeno una volta a settimana, se basta.
Quindi per chi non sta in montagna, con queste stagioni matte, fuori dall’inverno inteso in senso stretto diventa più ragionevole rimettere le estive e portarsi a bordo le catene. Anche perché normalmente è poco costoso pure nei tanti casi in cui le catene vanno acquistate nuove (spesso le ruote dall’auto nuova hanno misure sino a 10 anni fa riservate a supercar): è possibile cavarsela con una cinquantina di euro, salvo avere gomme di misura non catenabile (cosa non rara nemmeno questa), che richiedono i “ragni” da 200 euro.
Il tutto con la solita avvertenza: esercitatavi a casa per il montaggio. Eviterete di bloccare il traffico nel caso nevicasse.