Ha iniziato la sua attività di governo promettendo una riforma al mese e tanto altro (non c’interessa qui capire se siano tutte cose utili o demagogiche). Si è anche dato da fare per mantenere le promesse. Ma finora, in più di tre mesi di governo, non è riuscito a fare una cosa che mediamente viene fatta in un paio di mesi appena: ricostituire la commissione centrale che ha il compito di decidere come proteggere testimoni e collaboratori di giustizia. Eppure la commissione dipende dal ministero dell’Interno, dove il tandem Angelino Alfano-Filippo Bubbico è stato riconfermato rispetto al governo precedente. Così i testimoni sono entrati in fibrillazione, annunciano proteste e nel frattempo hanno scritto al presidente della Repubblica e al procuratore capo di Roma: senza commissione si bloccano gli esami delle richieste per la protezione di nuovi testimoni e le direttive da impartire agli organi delle forze dell’ordine che materialmente si occupano di scorte, trasferimenti in località segrete eccetera.
Che cosa interessa tutto ciò a noi che ci occupiamo di sicurezza stradale? La criminalità organizzata è un pericolo anche per strada. E non solo perché fornisce la droga che altera non pochi conducenti, ma anche perché costruisce strade che crollano e fa circolare mezzi pesanti e autisti in condizioni precarie.