Dunque, era solo una pausa quella che Matteo Renzi si è preso sul fronte dell’omicidio stradale negli ultimi mesi: il premier ha confermato di voler istituire questo reato in un’intervista a “Il Centauro”, il periodico dell’Asaps. Renzi non mostra alcuna voglia di riflettere sulle controindicazioni giuridiche di una scelta simile. Anzi, mostra di voler dare una sponda a chi non vuole l’alternativa, cioè quell’applicazione del dolo eventuale che starebbe molto scomoda – tra gli altri – alle imprese coinvolte in infortuni mortali sul lavoro.
Per il resto, Renzi ha riconosciuto che la sicurezza stradale è un’emergenza, ma non si è spostato di un millimetro dalla linea imbalsamata delle istituzioni, secondo cui la colpa è praticamente sempre del guidatore e mai della strada. Una visione un po’ limitata, per uno che si presenta come rottamatore ed è stato esplicitamente invitato a considerare le carenze delle strade e mettere a freno certe libere interpretazioni dei gestori autostradali emerse in occasione della strage di Acqualonga. Eppure su questo si è appena saputo che si è mossa la Procura della sua Firenze. Ed è dell’altro ieri la notizia dell’ultima vittima dei guard-rail che mancano sulle provinciali del Ferrarese.