La cintura che vedete nella foto sulla destra era lacerata, ma questo è il meno: si sa che sui bus nessuno allaccia le cinture, nonostante sia un gesto che salva la vita e che è pure obbligatorio dal 2006. Anche l’autista negli ultimi giorni aveva guidato più del consentito. Ma il problema più serio è che questo bus bianco aveva i freni posteriori con una “grave inefficienza”, come recita il comunicato della Polizia stradale di Genova: un inconveniente del genere è pericolosissimo, soprattutto sulla più stretta e ripida autostrada di montagna d’Italia (la A7 da Serravalle a Genova), dove il mezzo è stato fermato la mattina di sabato scorso, mentre era diretto in un paese vicino per imbarcare una scolaresca in gita. La fortuna è che non era un posto di blocco “semplice”, ma uno di quei controlli congiunti Polstrada-Motorizzazione, nei quali si fanno revisioni su strada.
La fortuna è stata doppia: che sabato mattina si sia riusciti a mettere in piedi un controllo di questo tipo e hanno selezionato proprio quel bus (in questi controlli, per un mezzo che viene fermato, tantissimi altri vengono tralasciati). Fortunata è stata anche la scolaresca dell’hinterland napoletano andata in gita su un catorcio con gomme lisce controllato solo al ritorno, perché all’andata nessuno aveva raccolto la richiesta d’intervento fatta dal preside ai vigili urbani. Nella zona si sono moltioplicati i controlli e i risultati non si sono fatti attendere.
Molto meno bene era andata a quella cinquantina di poveretti che il 28 luglio dello scorso anno erano sull’autostrada A16 su un altro bus con i freni rotti: in 40 sono morti e gli altri si sono feriti gravemente, precipitando dal viadotto Acqualonga di Monteforte Irpino.
In questi ultimi due casi, si sospettano fortemente revisioni fasulle. Se così è stato, qualcuno ne risponderà. Ma probabilmente solo per aver truccato il controllo: per la strage di Acqualonga, bisognerebbe invece dimostrare che esiste un legame diretto (il cosiddetto “nesso causale”) tra la revisione non fatta o fatta male e il guasto da cui ha avuto origine l’incidente. Ecco quindi l’importanza delle revisioni su strada, che si aggiungono a quelle periodiche e possono essere effettuate in qualsiasi momento. Ma ce ne vorrebbero molte di più: pensate che l’obiettivo che la Ue si dà nella sua nuova direttiva sulle revisioni è di controllare su strada almeno il 5% dei veicoli commerciali ogni anno. Poco più di una goccia nel mare. Anche perché va considerato che le associazioni dei trasportatori premono affinché i controlli si concentrino nei luoghi dove operano di più i vettori stranieri che fanno loro concorrenza più o meno sleale sul cabotaggio. E l’esperienza dice che, quando queste associazioni chiedono qualcosa, generalmente la ottengono.