Che cosa mai ci guadagneremo con l'accorpamento Motorizzazione-Pra che il Governo sembra davvero intenzionato a varare tra un mese? Ho già scritto più volte che non è chiaro e che alla proposta governativa manca tutta una parte che riguarda il bollo auto e consentirebbe di risparmiare sia soldi alle casse pubbliche sia disguidi e incertezze a noi contribuenti-sudditi. Si spera che la cosa emerga almeno durante le consultazioni pubbliche via web, aperte dal Governo stesso: così vedremo se l'intenzione è davvero quella di semplificare e risparmiare o è solo quella di fare demagogia e, magari, prestarsi a qualche regolamento di conti tra potenti.
Ma non finisce qui: ci sarebbe ancora altro da fare per cogliere davvero l'occasione. Ve lo mostrerà domattina tra le 10 e le 11 "Mi Manda Raitre", partendo dal caso di un cittadino toralmente incolpevole rimasto incastrato tra disonestà di chi ha acquistato la sua auto usata, burocrazia che pensa solo a se stessa e federalismo da fumo negli occhi.
In sostanza, il sistema delle autentiche (liberalizzate nel 2005, ma questo non conta) e dello Sportello telematico (a regime dal 2004) consente ancora a un acquirente scaltro di evitare la registrazione del passaggio di proprietà, lasciando al povero venditore l'intestazione formale del veicolo, con le conseguenti responsabilità. Queste ultime si possono evitare mostrando l'atto di vendita con la firma autenticata, ma alcune Regioni (Lazio in testa) sono tornate a tenere per buone le sole risultanze del Pra: ottimo per le loro casse e per gli acquirenti disonesti. E per i venditori onesti? Pazienza: sono stati vessati dal 1983 al 1998, non vorranno mica esimersi dal dare il loro contributo ai bilanci regionali giusto ora che c'è da ripianarne i disastri…
Un modo per tagliare alla radice tutto questo è impedire – una volta per tutte – di scindere l'autentica della forma sull'atto di vendita dalla registrazione dell'atto stesso al Pra (o all'archivio che sarà). Non è difficile: basta mantenere la possibilità di effettuare le autentiche solo negli uffici abilitati anche a registrare telematicamente gli atti e vietare loro l'autentica senza contestuale registrazione.
Ciò significa mantenere la possibilità di autenticare soltanto nelle sedi di Motorizzazione (finora poco "sfruttate" perché poco attrezzate) e Pra e nelle agenzie private (comprese le delegazioni Aci, che sono appunto private e non emanazioni dirette del Pra, come il marchio Aci può lasciar intendere ai meno smaliziati). Resterebbero fuori notai e uffici comunali.
I notai potrebbero rientrare nella partita se si attrezzassero con collegamenti telematici all'archivio dei veicoli. I Comuni meglio perderli per strada: da quando la demagogia li ha abilitati (dentro un decreto legge del 2005 nientepopodimenoché sulla competitività, firmato da Giulio Tremonti tra un discorso e l'altro sulla competitività recitato dall'allora presidente di Confindustria, Luca di Montezemolo), si sono distinti soprattutto per aver autenticato anche ciò che non era autenticabile. Compresi gli atti di vendita in bianco, senza le generalità dell'acquirente. Così si sono trasformati in un porto sicuro per truffatori e commercianti che hanno bisogno di "elasticità" per manovrare le cose.
Tutte cose denunciate pubblicamente negli anni, ma che cosa è cambiato? Ora ricordiamo problemi de denunce, sperando che qualcuno di buona volontà finalmente se ne occupi.
Ps: per completare lo sconsolante quadro, non so quanto legalmente, visto che il potere di legiferare sul bollo è stato riconosciuto dalla Consulta allo Stato e le successive norme sul federalismo fiscale non sono affatto chiare sul punto.