Saranno diversi i camion del futuro: probabilmente sembreranno meno imponenti, con frontali più bassi” e arrotondati. Non è una frase banale scritta da chi non si rende conto che tutto prima o poi cambia e nel design le modifiche si sprecano: il fatto è che la forma delle cabine cambierà, per i nuovi requisiti di sicurezza votati il 18 marzo dal Parlamento Ue.
Non c’è ancora nulla di definitivo, perché i parlamentari europei hanno solo dato il loro appoggio alla proposta della Commissione Ue e quindi mancano altri passaggi per l’approvazione del testo. Ma la strada è tracciata.
Parte dal fatto che, a parte il fatto di dover muovere e manovrare un veicolo molto più grande della media negli stessi spazi a disposizione di tutti gli altri, gli autisti di mezzi pesanti hanno lo svantaggio che oggi il loro punto di vista su quegli spazi è a circa due metri di altezza in più rispetto agli altri. Questo favorisce la visibilità da lontano, ma in spazi stretti significa spesso non riuscire a vedere chi si ha intorno. Soprattutto se pedone, ciclista o motociclista.
Per questo uno studio della Ue stima che, eliminando il problema, si potrebbero salvare 500 delle circa 4mila vite che ogni anno in Europa si perdono in incidenti che coinvolgono mezzi pesanti.
Per eliminare il problema, finora si è puntato prima su specchi retrovisore grandi e aggiuntivi e poi sulla tecnologia (telecamere e sensori). Ora si pensa che l'”intelligenza” del veicolo non basti e si torna a puntare sul fattore umano, migliorando la visibilità del conducente.
L’altro fronte di sicurezza su cui agisce la direttiva votata dal Parlamento Ue è quello della forma del frontale. Qui si procede analogamente a quanto già fatto per le vetture: si impone che, nell’impatto-tipo contro un mezzo pesante che lo investe, un manichino non sia sottoposto in alcuni punti a forze superiori a certe soglie. Vedremo quindi anche frontali più arrotondati.
AGGIORNAMENTO DEL 15 APRILE 2014
Il Parlamento europeo ha dato il suo voto favorevole. Ora la palla passa al Consiglio d’Europa. L’iter di approvazione delle norme europee non è certo un esempio di snellezza cui ispirarsi, ma rispetto alle pastoie bicamerali italiani è più giustificato: c’è da mettere d’accordo un intero continente.