Quando un bambino di quattro anni muore in un agguato di mafia come accaduto ieri sera a Taranto, è difficile parlare di sicurezza stradale. Un po' come lo fu per la strage di Capaci. Però non si può tacere che il bimbo era seduto davanti, in braccio al pregiudicato che sembra proprio fosse il bersaglio principale dei killer. Gli altri bimbi trasportati nell'auto erano seduti dietro, quindi "lontani" dal bersaglio, e probabilmente è per questo che si sono salvati. Far notare che il bimbo era seduto davanti in braccio a un adulto vuol dire che avrebbe rischiato la morte anche in un incidente di quelli banalissimi: sarebbe bastato lo scoppio dell'airbag, di quelli che magari avvengono anche per una buca presa in un determinato modo (gli airbag a volte si attivano anche per questo, senza che siano difettosi, sono circostanze che congiurano).
Ancora troppi genitori portano i figli in braccio davanti. Non solo pregiudicati come quello ucciso ieri sera assieme al bimbo, gente che si vede per strada e già si capisce tutto. Bastano ignoranza e noncuranza. Che abbondano anche tra gli incensurati.