Ma come si fanno le sentenze? Non è una domanda strumentale per lanciare il fatto che oggi sul Sole 24 Ore il collega Giovanni Negri dà conto della bizzarra idea che sta girando al ministero della Giustizia: i giudici deciderebbero la causa ma non scriverebbero le motivazioni della sentenza, lasciando pochi appunti ad avvocati indicati dagli Ordini che si occuperebbero della stesura. Credo che ben difficilmente si arriverà a una cosa del genere, salvo che il Paese arrivi davvero a mezzo passo dal baratro. Così la mia domanda nasce da un fatterello di cronaca assurdo ma vero.
Un automobilista è riuscito a ottenere dal giudice di pace un risarcimento per essere rimasto bloccato ore sulla Salerno-Reggio Calabria durante una domenica di esodo estivo del 2011. Era un anno in cui sulla tormentata arteria c'erano ancora tantissimi lavori in corso. Lo sapevano anche le pietre. Così come sanno anche le pietre che quell'autostrada è gratuita (questo è uno dei motivi per i quali ha una storia tormentata) e gestita dall'Anas. Invece il giudice di pace è riuscito a decidere come se fosse un'autostrada a pagamento, accordando il risarcimento.
Giurisprudenza rivoluzionaria? Mica tanto: quel giudice ha condannato la Sam, società della galassia Aspi che gestisce la Napoli-Salerno, autostrada a pagamento che con la Salerno-Reggio condivide solo la sigla (A3) e il fatto di esserle contigua.
Insomma il giudice non ha neanche capito dove si sono svolti i fatti sui quali ha emesso sentenza. Complimenti!