Li vedete, in questi giorni di fine inverno, i piccoli cantieri per rattoppare le tante buche aperte anche quest'anno da piogge, gelate e nevicate? Se sì, siete fortunati: ormai si taglia anche sui rattoppi. Non si spiega diversamente il crollo denunciato oggi dalla Siteb nei consumi di asfalto: secondo l'associazione delle imprese produttrici, nel 2013 siamo scesi a meno della metà rispetto al 2006 (sotto potete leggere i dettagli nel lancio Ansa).
Che dire? Si può solo sperare che da quest'anno la tendenza possa invertirsi sull'onda del decreto del fare (Dl 76/2013), che da agosto ha consentito di bandire appalti di manutenzione su un po' di strade. Tanti piccoli bandi, soldi a pioggia. E chissà con quali garanzie che i nuovi asfalti abbiano una durata decente, vista la qualità dei lavori pubblici in Italia. Ma intanto è meglio che niente.
Manutenzione stradale, in 7 anni dimezzato consumo asfalto
Siteb, 'strade in condizioni di degrado, è allarme sicurezza'
(ANSA) – ROMA, 26 FEB – Nel 2013 il consumo di asfalto
(conglomerato bituminoso) in Italia si è attestato a circa 21
milioni di tonnellate, meno della metà dei 44 milioni di
tonnellate usati nel 2006 per la costruzione e la manutenzione
stradale. Lo rende noto l'Associazione dei costruttori e
manutentori delle strade (Siteb), che lancia l'allarme sulla
sicurezza stradale a causa della "scarsa manutenzione", anche
alla luce dell'emergenza maltempo delle scorse settimane e
dell'emergenza buche, a partire dalla Capitale.
I dati dei consumi petroliferi relativi al 2013 indicano,
rispetto al 2012, un nuovo calo nei consumi di bitume, pari al
5,7% (-1,8 mln di tonnellate), si legge nell'analisi del Siteb,
secondo cui "la soglia minima per avere una manutenzione
accettabile è di almeno 40 milioni di tonnellate di asfalto su
base annua, mentre oggi siamo fermi a circa 21,5 milioni".
"Il degrado delle nostre strade dipende da una serie di
fattori, primo tra tutti l'assenza di una manutenzione
programmata; si interviene solo per tamponare l'emergenza, con
risultati effimeri, e alla lunga si spende di più senza
risolvere i problemi", evidenzia il presidente del Siteb, Carlo
Giavarini, che punta il dito anche contro i criteri di
aggiudicazione delle gare d'appalto "basati in prevalenza sul
massimo ribasso. Potrebbero forse funzionare – rileva – se si
mettessero in atto controlli scrupolosi durante l'esecuzione dei
lavori, ma ciò non avviene e ci si trova così costretti a
continui ripristini di opere eseguite da poco tempo". (ANSA).