E adesso? Il pacchetto Rc auto del decreto Destinazione Italia (Dl 145/2013) si proponeva anche di far decollare le polizze con scatola nera, dopo il passo falso dei decreto liberalizzazioni (Dl 1/2012), contestato dalle compagnie. Ma, con lo stralcio del pacchetto Rc auto dal Dl 145/2013 verso un disegno di legge che appare ancora lontano, si torna proprio alla formulazione precedente, che non piaceva alle assicurazioni perché le obbligava ad offrire la scatola nera con "sconto significativo" sulla polizza a chiunque gliela chiedesse. Visto che tutti i costi connessi alla scatola nera (tranne quelli di puro funzionamento, quindi il canone di connessione) sono messi per legge a carico delle compagnie, a conti fatti ci si accorge che essi superano i benefici e per questo non si è spinto molto: per coprire gli oneri di acquisto, installazione, disinstallazione e funzionamento su una grande platea di veicoli, il dispositivo dovrebbe garantire risparmi sui sinistri che sono impensabili, perché solo in una minoranza dei casi gli assicurati hanno davvero bisogno di una scatola nera per essere "virtuosi" e astenersi dalle frodi (la maggioranza lo fa già abbastanza di suo) ( Download Audiz ANIA SCATOLE NERE Comm Industria Senato 11 07 2012).
Tutto ciò non ha impedito una diffusione-record: si dice che nel secondo semestre 2013 si siano toccati i due milioni di pezzi installati, un livello che in un altro Paese finora non si è mai visto. L'interesse è forte soprattutto nelle aree dove effettivamente la scatola nera serve: sono le zone (soprattutto del Sud, ma in Toscana ed Emilia ci sono dati che mettono in discussione i luoghi comuni) dove è risaputo che il rischio di frodi è alto, quindi le polizze costano tantissimo e gli assicurati onesti cercano di distinguersi dagli altri (e di ottenere sconti) proprio accettando di farsi mettere sotto controllo dalla scatola nera.
Ma il problema della sostenibilità economica c'è ed è stato anche il motivo di un ruvido confronto tra un top manager assicurativo molto in vista e un rappresentante di uno dei più importanti fabbricanti di scatole nere; vi ho assistito a dicembre, a un convegno che moderavo a Roma. In sostanza, al fabbricante che premeva per un'adozione generalizzata, l'assicuratore ha detto chiaro e tondo che non se ne parla e, anzi, di questo passo le compagnie andranno ad approvvigionarsi in Cina a prezzi più bassi (anche se il fabbricante ha detto che sulle scatole nere non c'è tutta la differenza di prezzo europa-Cina che si vede su altri prodotti).
Così ai fabbricanti di scatole nere (cui comunque sono riconosciute buone prospettive di crescita e giusto l'altro ieri la Octotelematics è stata comprata da investitori russi) non resta che puntare su altri vantaggi legati ai loro dispositivi. Primo tra tutti, l'ormai prossimo obbligo di avere sui veicoli nuovi un sistema di e-call, cioè un dispositivo che chiami i soccorsi automaticamente in caso di emergenza: la scatola nera fa anche questo, sposandosi perfettamente con la strategia Ue di ridurre i morti su strada anche garantendo soccorsi più tempestivi.
C'è anche chi punta su convenzioni con associazioni di consumatori per diffondere il proprio prodotto. E' il caso dell'accordo Viasat-Konsumer Italia.
Ci sono poi altre applicazioni, portate da outsider che da un lato con esse allargano il mercato, ma dall'altro potrebbero sottrarre fette di clientela ai fabbricanti attuali. Per esempio, c'è chi ha abbinato la scatola nera all'etilometro di bordo che blocca il motore se il guidatore ha bevuto troppo ( Download Cartella_stampa_Keeper). E chi sta per abbinarlo alla prossima versione evoluta del riflessometro.
Ma forse la svolta vera verrà solo se verrà modificato l'orientamento della legge sull'obbligatorietà dell'offerta. Solo che, come commento sul Sole 24 Ore di oggi, la situazione sul fronte legislativo sembra bloccata dalle pressioni contrapposte di compagnie da una parte e carrozzieri e professionisti della rc auto dall'altra.