Sconto multe e sanatoria cartelle – Quando il marketing politico fa autogol

Paghi la multa per divieto di sosta con lo sconto del 30% e poi il Comune ti manda lo stesso il verbale. Eppure il ministero dell'Interno aveva stabilito che il beneficio vale anche per chi ha in mano solo il preavviso di sanzione, che trova sotto il tergicristallo.

Decidi di aderire alla "rottamazione" delle cartelle esattoriali prevista dalla legge di stabilità, ti rivolgi a un ufficio di Equitalia e ti rispondono che non ne sanno nulla, perché è ancora presto: è accaduto a un lettore del Sole 24 Ore. Eppure è passato un mese da quando la norma è diventata definitiva e il termine per pagare sarebbe il 28 febbraio, per cui occorrerebbe muoversi per evitare i soliti affollamenti dell'ultimora. Senza contare il balletto di notizie sulla possibilità di includere nella sanatoria anche le cartelle per multe stradali (qualcuno ha incautamente pubblicato bozze non definitive della direttiva di Equitalia sulla materia) e il fatto che gli enti gravano le cartelle di una maggiorazione (prevista dall'articolo 27 della legge 689/81) che la Cassazione già nel lontano 2007 ha dichiarato non dovuta (certo, fu un errore della Corte, ma poi l'Avvocatura delo Stato scrisse che la sentenza andava applicata!).

Ecco come stanno finendo due delle misure con cui negli ultimi mesi la politica ha cercato di accattivarsi i consensi dei cittadini (e, nel caso delle cartelle, ha forse anche cercato di aggiustare i bilanci di Equitalia). Vi stupisce?

A me no: è praticamente impossibile agevolare i cittadini senza scassare qualcosa, nel sistema italiano. Un po' perchè è un sistema giuridicamente complicato, un po' perché è gestito in modo inefficiente, con uffici pubblici che hanno un'informatizzazione tutt'altro che a prova di bomba.

Sotto quest'ultimo profilo, è sintomatica l'ultima sortita di Attilio Befera, direttore dell'agenzia delle Entrate: ora che la Sogei (società informatica pubblica) non lavora più in esclusiva per l'agenzia ma ha raccolto tante commesse anche da altre amministrazioni pubbliche, ha denunciato che così non va. Ma prima andava meglio?

  • Paoblog |

    Il Sig. Befera anni fa a Report ha dichiarato che il contribuente è sempre in malafede.
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    Pensare a queste parole mentre sei in ballo a cercare di sistemare una situazione nata dal dialogo che non c’è fra Agenzia delle Entrate ed Equitalia, dopo due sentenze a mio favore, fa girare le scatole…
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    Ironico poi che quando si tratta di “prendere” i canali di dialogo fra le due agenzie siano sempre aperti, a differenza di quanto succede, invece, quando è il cittadino ad avere ragione e sono loro ad essere in malafede.
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    Se non fosse che, scriveva tempo fa il garante per la privacy Francesco Pizzetti:
    “È proprio dello Stato non democratico pensare che i propri cittadini siano tutti possibili violatori delle leggi. In uno Stato democratico, il cittadino ha il diritto di essere rispettato fino a che non violi le leggi, non di essere un sospettato a priori.”

  • Giorgio Lancieri |

    Ieri il dott. Befera (che se non sbaglio percepisce circa 300 mila euro di stipendio) ha affermato che Equitalia, dei 545 miliardi di euro di crediti che ha in carico, ne potrà incassare solo una piccola parte (5/6 %) perchè si tratta di crediti ormai vecchi di oltre 15 anni che non sono stati restituiti agli effettivi titolari. In una società “normale” una simile situazione configurerebbe quanto meno una rappresentazione non veritiera della situazione patrimoniale; ma forse Equitalia può non rispettare le norme del codice civile…..

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