Dieci anni fa era solo un improbabile accessorio top disponibile su qualche Bmw. Adesso l'head-up display non è tanto più diffuso. Ma non si sente troppo la mancanza di questo dispositivo che proietta sul parabrezza le indicazioni-base della strumentazione, in un panorama automobilistico dove sempre più gente sceglie monovolume e crossover dove invece queste indicazioni sono infrattate a centro plancia, in barba alle più elementari leggi dell'ergonomia. Sia come sia, ora che l'head-up display si può avere almeno come optional anche su qualche modello non di classe premium, forse a qualcuno viene l'invidia. Così si vede anche gente che si piazza il navigatore portatile giusto davanti alla testa, com'è capitato di recente a Paoblog con un tassista (quindi un professionista che dovrebbe sapere il fatto suo).
Sarà anche che serve a capire meglio dove il navigatore suggerisce di girare. Oppure sarà che si vuol vedere la velocità con maggior precisione, visto che il numerino che compare sullo schermo del navigatore è più affidabile del tachimetro di bordo. Però un navigatore è un navigatore, cioè un oggetto fisico e opaco, non una proiezione su qualcosa di trasparente com'è l'head-up display. Dunque toglie visibilità (cosa che peraltro è persino sanzionata dal Codice della strada, se si trova un agente di buona volontà).
Senza contare che fissare un navigatore in quella posizione significa far passare il cavo di alimentazione pericolosamente vicino alle mani del conducente, impegnate tra volante e cambio.