Ora che sono quasi tutti morti, posso dire che per me è stato un privilegio scambiare qualche parola con qualcuno che ha partecipato alla costruzione dell’Autosole. Mi resta l’immagine di un Paese che voleva crescere e, per farlo, lottava contro il tempo e le tecniche costruttive ancora incerte. Facendo i suoi errori e permettendo lo scempio di tanti reperti archeologici che venivano alla luce sul tracciato dell’autostrada, ma almeno in nome di un bene che si riteneva superiore perché comune a tutto il Paese: la crescita, appunto. Ricordare quei racconti rende ancor più amaro leggere che l’altro giorno è scoppiato lo scandalo dei rifiuti tossici (cromo) trovati sotto un tratto dell’autostrada A4 a Castegnato, nel Bresciano.
Infatti, in questo caso il “bene” è stato solo quello di chi aveva interesse a disfarsi di quel cromo. Agli interessi di costui si sospetta che si siano poi aggiunti quelli di chi una ventina d’anni fa realizzò la terza corsia e forse sapeva del problema, ma magari non ha voluto intralci. Diversamente, non si spiegherebbero le parole del sindaco di Castegnato, secondo cui il territorio del suo paese è stato da decenni “abusato da discariche illegittime”; dunque, il problema era noto in zona. E colpisce il fatto che sia stato ufficialmente scoperto solo ora che l’Arpa della Lombardia sta facendo indagini sui terreni limitrofi, in vista dei cantieri della ferrovia Tav Milano-Verona.
Ora, stando sul lato strettamente pratico della vicenda, dobbiamo aspettarci che sull’autostrada si aprano altri cantieri, con altri restringimenti e altre code. Il tutto di aggiunge ai lavori di montaggio di barriere fonoassorbenti in vari punti tra Bergamo e Brescia e ai cantieri precipitosamente aperti a fine estate da Autostrade per l’Italia su altre tratte della propria rete per rimediare alle carenze dei guard-rail fatte tragicamente emergere dalla strage (40 morti) del bus precipitato dal viadotto Acqualonga, sull’A16 Napoli-Canosa. Dunque, le emergenze su rifiuti tossici e guard-rail colpiscono indistintamente sia al Nord sia al Sud, contrariamente a quanto pensano molti.
Infine, va precisato che la tegola di Castegnato arriva sulla testa di Autostrade per l’Italia trovandola incolpevole, contrariamente alla vicenda dei guard-rail e ad altre carenze che abbiamo denunciato nei mesi scorsi. Infatti, ai tempi della costruzione della terza corsia nel Bresciano, la società era ancora pubblica, in mano all’Iri. Quindi era gestita da un management diverso rispetto all’attuale.