Gli osservatori più acuti e maliziosi prevedono cose brutte per gli assicurati italiani. Il tormentato cammino parlamentare della legge di stabilità sta infatti passando per un aggravio fiscale riservato alle “odiate” banche e assicurazioni, studiato per coprire il buco causato dalla volontà politica di abbuonarci il pagamento della seconda rata dell’Imu. Quindi ora qualcuno si aspetta che il Governo ricompensi le compagnie con una mano su provvedimenti che stanno loro particolarmente a cuore. In prima fila – dicono le cronache – c’è quello che taglia i risarcimenti del danno biologico permanente quando supera i 10 punti percentuali d’invalidità: come ci siamo raccontati di recente in questo blog, ora è a questo tipo di uscita che le compagnie attribuiscono la maggior criticità nei conti della Rc auto.
Fin qui le supposizioni. Assolutamente logiche e confortate dall’esperienza: la politica è anche l’arte del dare contropartite a chi si penalizza per un altro verso. E, per ottenere una contropartita, non occorre nemmeno essere potenti come le compagnie assicurative e il mondo della finanza che c’è dietro di loro. Accade da sempre: nel lontano autunno del 1997, anche gli “insospettabili” tabaccai riuscirono a farsi “indennizzare” dall’allora ministro Vincenzo Visco, che con una mano abolì la borbonica marca sulle patenti (venduta proprio dai tabaccai) e con l’altra “regalò” alla categoria la riscossione del complicatissimo bollo auto, nonostante richiedesse ben altre competenze professionali (se ne sono accorti tanti ignari automobilisti, cui il fisco ha poi contestato errati pagamenti).
Però le prime notizie sulla battaglia dei risarcimenti del danno biologico sembrano smentire la tesi della contropartita Governo-compagnie: ieri sera, su quel campo di battaglia che è diventata la commissione Finanze della Camera, c’è stata l’audizione dei rappresentanti delle vittime della strada, le cui argomentazioni anti-decurtazione degli importi da risarcire hanno raccolto grande interesse tra i deputati. Non solo tra i grillini, che già subito dopo la pausa estiva si erano pesantemente scagliati contro la proposta di tagliare (la “risoluzione Gutgeld”, stesa dall’omonimo deputato che è riconosciuto tra i consiglieri più importanti di Matteo Renzi): mi si racconta di un consenso trasversale.
Insomma, per ora non c’è aria di accordo politico (inteso soprattutto nel senso di “parlamentare”) per concedere la contropartita alle compagnie. Se poi il taglio dei risarcimenti passerà lo stesso, probabilmente si saranno mosse altre forze.