Dalle prime notizie, sembra che l’incidente mortale di stamattina costato la vita a due persone al passaggio a livello di Pontida sia stato dovuto al fatto che le sbarre si sono alzate proprio mentre passava il treno. Un guasto? Carenze di manutenzione? È presto per dirlo. L’unica cosa certa è che, secondo le statistiche, nella maggior parte dei casi ai passaggi a livello si muore per errore umano. Spesso per l’abitudine dei pedoni che abitano nei tanti centri tagliati in due dalle ferrovie e si sono abituati ad attraversare anche con le sbarre abbassate, non considerando che le illusioni ottiche ed acustiche fanno brutti scherzi. A volte sono guidatori che cercano di passare anche mentre le sbarre si stanno abbassando e fanno male i conti con la lunghezza e le caratteristiche del passaggio.
E anche quando sembra tutto regolare, col treno appena passato e le sbarre che si alzano, è bene guardarsi attorno prima di attraversare: il guasto o l'errore del casellante (sì, ci sono ancora passaggi a livello con presidio umano) possono sempre esserci.
È così che nell’ultimo quinquennio in Italia ci sono stati in media 15 incidenti all’anno, tutti con uno o più morti. In questo stesso periodo, in 42 Paesi compreso il nostro, in primavera si tiene una giornata d’informazione per la sicurezza ai passaggi a livello. Ma passa quasi inosservata.
Eppure l’unico modo per risolvere il problema è proprio sensibilizzare la gente (Download Passaggi a livello BROCHURE_PL): eliminare i passaggi a livello resterà un sogno. Negli ultimi trent’anni, le Ferrovie dello Stato ne hanno soppressi oltre 1.600, spendendo ben 1.250 milioni di euro. Ma ne restano ancora 5.600, uno ogni tre chilometri di linea, più un altro migliaio gestito da privati. E ogni anno se ne riesce a eliminare appena una cinquantina.