Sempre meno morti sulle strade, ma a Napoli e Venezia è allarme

Continua il calo della mortalità stradale in Italia: nel 2012, secondo i dati ufficiali Aci-Istat presentati stamattina a Roma, il numero di vittime è sceso del 5,4% rispetto al 2011, quello dei feriti del 9,3%. Marcato anche il calo degli incidenti rilevati dalle forze dell’ordine, 9,2%, ma su questo dato hanno inciso soprattutto crisi e tasse, che inducono la gente a ridurre gli spostamenti.

Il numero assoluto di morti è ormai di 3.653, contro gli almeno 6mila cui eravamo abituati fino a 15 anni fa e che equivalevano al doppio delle vittime di un terremoto come quello dell’Irpinia del 1980. Però la Ue ha fissato l’obiettivo di dimezzare le vittime nel periodo 2011-2020, il che richiederebbe una riduzione annua del 7%, un punto e mezzo superiore a quella che si sta riuscendo a realizzare.

Sotto accusa, resta la circolazione nei centri urbani: i tre quarti degli incidenti avvengono in città e, anche se spesso non sono mortali, ci sono luoghi dove i rischi sono elevatissimi. A Napoli e Venezia la mortalità è doppia rispetto al dato nazionale. Milano, Genova e Bari sono sotto la media, ma il capoluogo ligure e quello pugliese sono facilitate dal fatto di avere molte strade strette, dove si è costretti ad andare tanto piano che l’incidente mortale diventa quasi impossibile.

  • Paolo |

    Tre buone notizie: calano i morti, calano i feriti, calano gli incidenti. Aspettiamo la quarta: calano, di conseguenza, anche i premi RCA.

  • ilprincipebrutto |

    I dati mi pare indichino che ci sono si meno incidenti, ma sono piu’ gravi. Altrimenti la riduzione percentuale dei morti dovrebbe essere paragonabile a quella del numero di incidenti, mentre la differenza tra le due e’ parecchio elevata.
    .
    sicuri si diventa, ride safe.

  • LUCATRAMIL |

    Si ridurrebbero ancora gli incidenti con una maggior serietà nell’imposizione dei limiti di velocità. Per me, la vecchia abitudine di mettere il limite di 50 sul cartello con il nome del paese, spesso su strade extraurbane da almeno 90 all’ora, ha diseducato gli italiani a considerarlo un obbligo. Quindi sì a zone urbane specifiche e strette con limite a 30KmH (come a Berlino), ma sì anche a limite alzato a 70 su vialoni multicorsia e a 110 sulle tangenziali a tre corsie (come a Brescia nel tratto con tali corsie): se viene imposto sempre un limite impossibile da mantenere, nessuno lo rispetta (con relativi incidenti, situazione attuale), se invece l’utente capisce che il limite è basso dove veramente serve, si conforma davvero e calano gli incidenti (vedi Germania).

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