Certo, sarebbe bellissimo commisurare le multe al reddito, come sentiamo proporre incautamente in questi giorni. Non vedremmo più macchinoni sfrecciare davanti a rilevatori e telecamere, perché oggi per certa gente benestante la multa è un po' come il vecchio caro supplemento rapido dei treni. Tanto più che è ben difficile rischiare la patente: i controlli sono perlopiù automatici, quindi non si viene fermati e identificati: quando arriva il verbale a casa, basta pagare la multa, dichiarare di non sapere chi guidasse, pagare poi altri 284 euro (quando arriva il secondo verbale per l'omessa indicazione del trasgressore) e via.
Così la gente normale s'indigna e la politica si sa prendere ogni tanto da strani pruriti, proponendo appunto di commisurare l'importo delle multe al reddito. Come sta accadendo in questi giorni, appunto. Ma sono le solite parole al vento. Perché le difficoltà di attuare un sistema del genere restano le solite. Insormontabili.
Infatti, dovremmo distogliere un altro stuolo di agenti dal servizio in strada a quello in ufficio per cercare i dati sul reddito dell'interessato e calcolare di conseguenza l'importo dovuto. E poi che succede quando il conducente e il proprietario (entrambi obbligati a pagare la multa) sono uno ricco e uno povero? E quando almeno uno di loro è straniero (cosa sempre più frequente) che si fa, si avvia una rogatoria internazionale per sapere quanto guadagna? Senza contare che siamo un Paese di evasori, per cui ci sarebbero riccastri che pagano meno di poveracci; un po' come già accade da anni nelle esenzioni dalle tasse scolastiche per i cosiddetti "meno abbienti", ma per i politici è come se questi scandali non fossero mai esistiti.
Per questo il Movimento 5 Stelle ha provato a fare una proposta alternativa: commisurare la multa alla potenza del veicolo. Ma anche questo introdurrebbe complicazioni operative. Non tante quante il reddito, ma insomma… E poi resterebbero ancora una volta fregati gli appassionati che acquistano a due soldi auto potenti non più nuove e svalutatissime per colpa di superbollo, caro-benzina ed effetto redditometro.
Non ci vuole molto a capirlo, vero? E, se anche non lo si capisse da soli, si potrebbe sempre chiederlo ai tecnici dei vari ministeri, dall'Interno alle Infrastrutture. Invece i politici, di governo (tra cui pure un sottosegretario, Erasmo D'Angelis) e di opposizione, vanno avanti con le loro demagogiche proposte. Ci sono o ci fanno?