Chissà se avrà da fare annunci Maurizio Lupi domani, quando sarà l'ospite d'onore alla conferenza di Etsc e Fondazione Ania (ecco il programma Download Elenco dei relatori Pin talk Italia) sull'impegno italiano per centrare l'obiettivo dell'ulteriore dimezzamento della mortalità stradale entro il 2020, imposto dall'Europa. Di sicuro, dal 28 luglio avrebbe dovuto almeno annunciare un'inchiesta ministeriale sulla strage del bus precipitato quella sera dal viadotto Acqualonga dell'A16, ma evidentemente una sciagura da 40 morti (ai cui funerali peraltro ha partecipato) non basta per turbarlo. Né lo ha scosso l'impegno del suo premier, Enrico Letta, a investire di più sulla sicurezza stradale: in fondo, sono solo cose che si dicono per venire incontro all'emozione collettiva di quei momenti. Forse Lupi è così tranquillo in virtù della sua fede, che lo ha portato a essere il politico di punta di Comunione e liberazione dopo le disavventure giudiziarie di Roberto Formigoni. Chissà.
Intanto almeno la Polizia stradale (ministero dell'Interno) si è mossa: dopo la strage, ha iniziato controlli sui bus (sottraendo uomini a quelli sui camion? sono tutte attività che richiedono gente e il personale è sempre meno). Finora sono emerse irregolarità amministrative nelle licenze, estintori scarichi, qualche revisione saltata. Ma nulla di eclatante.
Invece più eclatanti sarebbero i risultati che potrebbe raggiungere il ministero di Lupi: gli indizi che la strage sia stata così grave per inadeguatezza della strada sono pesanti ed è piuttosto probabile che problemi di quel tipo non ci sono solo sull'A16 ma in tanti punti della rete. Su tutto questo lupi non ha mai speso una parola, sinora. Anzi, ha contribuito alla costruzione di un muro di gomma. Vedremo se domani ci farà cambiare idea.