Dopo la sbornia dello scorso decennio, controlli di velocità se ne vedono sempre meno, se escludiamo i Tutor in autostrada e i tanti box dissuasori che restano quasi sempre vuoti). Certo, restano sulle cronache locali le proteste dei multati, ma spesso sono solo folclore. Però la fantasia di aziende private del settore e responsabili di polizia locale a volte riesce ancora a stupire (e a riempire le cronache "meritatamente"). Guardate queste foto, che sono il cuore delle proteste scoppiate durante l'estate a Cardano al Campo, centro del Varesotto recentemente divenuto noto per l'omicidio del sindaco da parte di un vigile che era stato allontanato dal servizio proprio dal primo cittadino.
Dunque, entrate in paese da questa strada e non capite bene se formalmente siete in un centro abitato che v'impone di andare al massimo a 50 all'ora: come in molte zone del Nord, case, villette e capannoni sono sparsi un po' ovunque e non è detto che formino centri abitati (ci vogliono almeno 25 costruzioni per farne uno, secondo il Codice della strada). Il segnale di "inizio centro abitato" esiste proprio per dirimere i dubbi, ma come troppo spesso avviene lo hanno agghindato con una serie di aggiunte pubblicitario-turistico-inutili che il Codice vieta ferocemente ma tanto chi dovrebbe rispettare il divieto è lo stesso soggetto che dovrebbe fare le multe (certo, il ministero delle Infrastrutture e la Polizia stradale dovrebbero controllare, ma diciamo che hanno altro da fare).
Subito dopo, scorgete all'improvviso e in rapida sequenza uno sbilenco segnale che spunta dagli alberi e preavvisa un controllo di velocità e poi il controllo stesso.
La vettura su cui è montato il rilevatore sta a 40 metri dal segnale, quando per legge (discutibile quanto volete, come sostengo da sempre, ma allora aboliamola) dovrebbe stare ad almeno 80. Senza considerare che l'apparecchio utilizzato è un Traffipax Speedophot, un radar che come tale rileva l'infrazione quando il trasgressore è in avvicinamento o in allontanamento. A me risulta che sia stato usato in avvicinamento, quindi i veicoli sono stati intercettati dalle onde radar ben prima del punto in cui il rilevatore è montato. Insomma, tra il segnale di preavviso e la rilevazione ci sono ancora meno di 40 metri. Il Comune, tramite il suo avvocato di fiducia, sostiene di aver presentato una denuncia per il furto di altri segnali, che invece sarebbero stati regolari. Solo che in questo caso il vigile dovrebbe verificare la regolarità della segnaletica, prima di iniziare la rilevazione della velocità. E, se non riesce a garantirla neanche con un segnale mobile, dovrebbe rinunciare. Tra l'altro, la storia del furto ricorre nelle tesi del Comune: ne ha riparlato il 26 settembre un assessore, con riferimento alla settimana precedente: se proprio fosse così, perché non chiedono a Polizia di Stato o Carabinieri di appostarsi per cogliere in flagrante il ladro misterioso e seriale?
Peraltro, il fatto che la rilevazione avvenga in avvicinamento, unito al fatto che le velocità su una strada così stretta e preceduta da una rotatoria non sono mai alte in assoluto, dice che – almeno in teoria – c'è tempo per fermare subito i trasgressori, un po' come si fa col telelaser. Anche perchè spazio ai lati della carreggiata ce n'è. E invece che ti fanno i vigili? Scrivono nel verbale che non hanno potuto contestare subito l'infrazione (come per principio generale sarebbe obbligatorio in questi casi di pattuglia appostata in centro abitato) perché l'accertamento dell'infrazione è avvenuto quando il veicolo era già a distanza dal luogo dell'infrazione. E invece, come abbiamo visto, è vero il contrario. Sarebbe stato più onesto (e a prova di ricorso) se avessero scritto che il personale non è sufficiente.
Ma non finisce qui. Perché oltre alla presegnalazione il nostro bislacco articolo 142 del Codice della strada impone anche la visibilità della postazione di controllo. Da ottenere usando veicoli coi colori d'istituto. Quando si usano mezzi civili (come in questo caso, perché l'apparecchio è montato sull'auto di un noleggiatore provato di apparecchiature), occorre mettere un segnale distintivo.
Come vedete da questa foto, il distintivo c'è, ma è messo nella meno visibile delle posizioni. Tanto che nella prassi lo si mette o per terra vicino all'auto o sul tetto del veicolo stesso. In compenso, c'è un altro distintivo sulla fiancata, inutile perché chi sopraggiunge non lo vede. Insomma, si gioca di fino: si rispetta formalmente la norma, ma si fa un po' di tutto per nascondersi, per quel che consentono le pieghe delle norme. La conferma? L'auto di servizio dei vigili, che sarebbe di per sé più visibile, è tenuta abbastanza ben occultata dietro quella civile.
Tutto chiaro, dunque. Restano solo due dubbi:
1. quest'architettura sarà frutto della mente dei vigili (magari debitamente ispirati da sindaco e/o assessori) o di quella degli operatori privati che li supportano negli appostamenti?
2. questi privati saranno ricompensati in base al numero di multe comminate, aggirando come ormai abbiamo visto fare più volte il divieto di compenso a percentuale imposto dal Codice?