Un errore capita a tutti. L'importante è rimediare presto e bene. Così il land austriaco del Tirolo sta rimborsando 4.000 persone passate sull'autostrada Inntal (A12) e ingiustamente multate per eccesso di velocità tra luglio 2012 e maggio 2013: l'apparecchio di rilevazione automatico posto a Vomp era stato talvolta regolato sui 100 km/h, limite che però scatta solo in caso di smog (e poi si parla di abbassare i limiti anche nel Nord Italia quando c'è emergenza polveri sottili…). Ora quindi l'amministrazione austriaca deve tirare fuori 240.000 euro, che si aggiungono ai costi di redazione e spedizione dei verbali ingiustificati. In Italia come sarebbe finita?
All'italiana, appunto. Cioè chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato. Nel senso che nel nostro Paese, culla del diritto, se paghi la multa perdi il diritto a presentare ricorso. E le amministrazioni si guardano bene dal restituire di propria iniziativa i soldi. Così siamo incentivati a presentare ricorsi, quegli stessi ricorsi che l'introduzione dello sconto del 30% sulle multe vorrebbe scoraggiare: pago subito per fruire del beneficio e peccato se solo dopo mi accorgo che la multa era ingiusta.
Certo, nella nostra culla del diritto si può sempre fare causa all'ente che ha incassato la multa, per indebito arricchimento. Ma la Cassazione - sempre in nome del diritto, per carità – fissa paletti molto stretti per questa possibilità: in pratica, occorre dimostrare che nemmeno si poteva sospettare che il corpo di polizia potesse aver sbagliato.
E invece in Austria se la sono cavata molto meglio: "E' giusto ammettere gli errori, anche per ristabilire la fiducia nella politica", ha detto la vice governatrice Ingrid Felipe dei Verdi alla Tiroler Tageszeitung.