Le coincidenze, quando sono reali, sanno essere beffarde. E così proprio ieri il Papa, prendendo spunto da quella (vera o presunta) dei gay in Vaticano, ha detto che tutte le lobby sono cattive. Parole forti, che si possono condividere o no (un certo modo di fare lobby è necessario e talvolta benefico). Ma, soprattutto, il Papa non sapeva che in quello stesso momento sull'autostrada A 16 stava accadendo una tragedia che con le lobby ha molto a che fare: quella del bus precipitato dal viadotto.
In sostanza, da qualche mese si stanno scontrando da una parte le lobby di chi vuol vendere guard-rail e lavori di manutenzione stradale e dall'altra quella dei gestori autostradali. Uno scontro sotto traccia, ma di cui chi sa leggere certe cose vede affiorare ogni tanto un rivolo.
Cominciamo dal post con cui non più tardi del 16 luglio scorso il direttore di "Quattroruote", Carlo Cavicchi, ha denunciato le presunte manovre di una lobby che starebbe calcando la mano sull'odioso problema dei guard-rail ammazza-motociclisti per spuntare norme che costringano tutti i gestori di strade a cambiarli. Dal post pare intuibile che Cavicchi abbia parlato con un interlocutore di un'altra lobby, quella dei gestori autostradali, secondo cui sulle loro reti i guard-rail sono già abbastanza sicuri così come sono.
In effetti, gli investimenti sono stati fatti e in certi casi stiamo meglio dei tanto quotati francesi. Ma la tragedia del bus precipitato dimostra che c'è ancora da fare anche sui guard-rail delle autostrade italiane.
Tornando al post di Cavicchi, venerdì scorso è arrivata la conferma che un movimento di lobby effettivamente c'è: il neo-ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ha tirato fuori il problema dei guard-rail ammazza-motociclisti niente meno che nella presentazione di un atto importante come lo schema di disegno di legge per la riforma del Codice della strada, appena varato dal Governo. Di più: la questione è l'unica che Lupi ha esposto chiaramente, perché il suo linguaggio incerto sulle altre parti della riforma tradisce la sua inesperienza nel settore (uguale a quella di noi giornalisti le tante volte in cui dobbiamo spiegarvi ciò che noi stessi non abbiamo capito). Dunque, qualcuno con Lupi deve aver parlato e anche chiaro. In ambienti autostradali devono averlo saputo in anticipo a stavano preparando la difesa.
Ora l'incidente del bus precipitato potrebbe spostare inaspettatamente i rapporti di forza tra le lobby. Speriamo però che, più che questi rapporti, alla fine conti la chiara volontà del Governo di aggredire il problema della manutenzione delle strade. Il premier Enrico Letta ieri da Atene ha annunciato investimenti. Ora vedremo se la promessa non si scioglierà al sole della prossima sciagura non stradale, che attirerà l'attenzione pubblica e mediatica su quella che sarà l'emergenza di quel giorno. Come in queste ore è la sicurezza stradale.