Ci si può comportare in modo più stupido del 45enne milanese proprietario della moto e dei suoi due baldi compagni di avventura, che lunedì scorso hanno scelto le curve della A7 tra Serravalle e Genova per fare una gara in mezzo al traffico? Non mi riferisco solo al fatto di gareggiare su strada, per giunta in moto: è fin troppo ovvio che chi viaggia sulle due ruote corre maggiori rischi, come giusto la notte scorsa ha dimostrato sull'asse viario della SS7-ter (nel Napoletano) la morte di un motociclista per il sol fatto che un automobilista si è spostato sulla corsia di sorpasso senza accorgersi che lui stava sopraggiungendo. Mi riferisco soprattutto a come i "piloti" che si sono sfidati sulla A7 hanno scelto il "campo di gara".
Parlando con cinica franchezza, va detto che cose del genere non vanno mai fatte in autostrada. Perché è quasi certo che si viene beccati: normalmente le autostrade sono un sistema "chiuso" dai caselli e sorvegliato 24 ore su 24, nel senso che sono le uniche strade dove una pattuglia ogni cinquantina di chilometri (centinaio, considerando i due sensi di marcia) si trova in ogni momento.
E infatti è bastato che alla sala operativa della Polizia stradale arrivassero le prime telefonate di viaggiatori atterriti dalle bravate dello spavaldo gruppetto per attivare il collaudato schema che si usa quando c'è da fermare qualcuno pericoloso: una pattuglia "aspetta" i segnalati, un'altra fa in modo da rallentare il traffico per fermarli in sicurezza. Certo, in questo caso due motociclisti su tre sono fuggiti, ma con manovre pericolosissime e comunque inutili perché le autostrade sono anche piene di telecamere e quindi non è difficilissimo trovarli a posteriori.
Apparentemente, i tre "piloti" avevano pianificato con cura l'impresa: evidentemente avevano tenuto conto che sul tratto appenninico della A7 c'è il Tutor e così hanno nascosto le targhe ripiegandole sotto le selle, come vedete in questa foto.
Solo che, appunto, non hanno considerato che in autostrada la vigilanza funziona meglio che sulla viabilità ordinaria.
Ma alla fine la perplessità maggiore riguarda le sanzioni. Il motociclista che si è fermato all'alt degli agenti se l'è cavata con sanzioni per 300 euro e il fermo amministrativo del mezzo per tre mesi. La sua stupidità ha però rimediato: non volendosi separare dalla moto, ha colpito col casco il carro attrezzi che gliela stava portando via, quindi finirà sotto processo per danneggiamento (oltre a doversi comprare un casco nuovo).