Milano si riempie di altre strisce blu. Ma sbaglia a disegnarle. E i cartelli vecchi…

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Milano, piazza Repubblica. Siamo al centro di una città che in periferia si prepara all'Expo 2015, eppure ci si permette il lusso di trascurare la segnaletica di quello che è uno dei cavalli di battaglia dell'attuale Giunta comunale: la sosta a pagamento. Qui in pratica hanno dipinto le strisce blu (da anni), ma il povero automobilista che parcheggia non sa quanto e quando deve pagare, perché manca il cartello che lo spieghi (lo avranno anche rubato, ma il Comune è tenuto a rimpiazzarlo). E si sa che quando la segnaletica orizzontale contrasta con quella verticale non va rispettata. Di qui il sagace avviso lasciato dall'automobilista (un avvocato?) sul cruscotto della sua vettura, che vedete nella seconda delle due foto sopra (scattate da Nicola Dentice, che ringrazio per la segnalazione).

Eppure la Giunta Pisapia ha davvero ansia di tappezzare Milano di strisce blu, anche in piena periferia. Nulla da ridire sul piano ideologico e della politica del traffico: ben vengano anche le strisce blu se davvero si dimostrerà di riuscire a fare finalmente una politica della mobilità di ampio respiro, con molti più mezzi pubblici e una visione che va ben oltre le solite beghe quotidiane di sapore demagogico-elettorale. Però la Giunta ha avuto tanta ansia da aver permesso che si disegnassero strisce anche dove era palesemente vietato dalla legge e dal buonsenso. Adesso si sono accorti di aver esagerato, ma non hanno ancora eliminato tutto ciò che non va.

E, soprattutto, pare incredibile che l'ufficio tecnico di un Comune così grande abbia fatto errori e forzature così grossolani. Quanto ai controlli dei vigili, non c'è troppo da fidarsi: il Comune li mette anche a controllare se c'è il suo marchio sugli orologi pubblici.